Non-eroi

 

Strano il destino di certi campioni negli ultimi mesi, supereroi dei giorni nostri travolti e quasi certamente confinati per sempre dopo aver deluso tifosi e appassionati.

Il filo che collega Schwazer, Armstrong e Pistorius unisce tre fenomeni spazzati via nel giro di sei mesi. Hanno perso, ma non sul campo o in una gara, sono stati sconfitti nella vita e da ciò che ruota intorno al loro mondo d’appartenenza. Sono stati ingoiati da un sistema al quale si sono arresi, hanno scelto di perdere nel modo meno onorevole, fuori dal campo e quindi in maniera totale, insindacabile.

Schwazer e Armstrong hanno gettato le loro carriere in nome di quel demone chiamato doping, quel mostro che ti fa vincere perché devi farlo altrimenti sponsor, soldi, visibilità e gloria non sono assicurate e chi non sa accettare una vita senza sconfitte può rifugiarsi nell’inganno, quello meschino e vile che ti rovina per sempre. Loro sono stati battuti così, perdendo tutto. Pistorius ha messo fine alla sua vita di atleta in modo diverso, in maniera drammatica vestendosi da killer ed uccidendo la sua fidanzata nel giorno di San Valentino. Di questi tre non sentiremo più parlare, almeno, lo sport non sarà più il loro palcoscenico e di ciò che faranno tra qualche tempo interesserà a poche persone.sport, doping, armstrong, schwazer, pistorius

Schwazer era l’uomo nuovo, l’eroe di Pechino, testimonial della Kinder, fidanzato con Carolina Kostner. Ha perso il controllo, si è dopato per tempo ed era pronto a farlo ancora a Londra. Voleva fregare tutti e alla fine è stato fermato. Ha pianto, si è scusato, ma ormai è un uomo normale che ha sciupato quanto di buono era riuscito a costruirsi negli anni, correndo e soffrendo, macinando kilometri.

Armstrong, texano di Plano è stato demolito negli ultimi mesi. È finita la leggenda dell’eroe che sconfigge un tumore ai testicoli e vince 7 Tour di fila. Ha rubato tutto, ora pagherà non solo vedendo i suoi titoli cancellati ma dovrà risarcire tutte quelle aziende che a lui avevano legato il loro nome. Anche nel suo caso il doping ha trionfato ma rimane una certezza: l’associazione che ha fondato, la Livestrong (quelli del braccialetto giallo) ha comunque raccolto 300 milioni di dollari per la lotta al cancro. Questa è l’unica cosa che nessuno potrà mai sottrargli.sport, doping, armstrong, schwazer, pistorius

Blade Runner, l’uomo che senza gambe ha corso alle Olimpiadi è stato per anni un mito, un simbolo di lavoro e dedizione, la persona che rappresentava come alle disgrazie della vita, anche alle più grandi, ci si debba sempre ribellare preservando i propri sogni. Sono stato ferocemente contrario alla sua partecipazione nelle gare dei normodotati fin da subito, per ragioni che mi sembrano troppo lampanti per spiegarle, ma sono rimasto stupito dal gesto folle che ha messo il punto al suo mito.

Finisce per follia omicida la sua corsa, in tutti i sensi. Ha bruciato tutto togliendo la vita alla sua fidanzata. Peggio non poteva fare. Rimarrà la sua immagine in pista alle Olimpiadi ma anche lui, oramai, non è più nessuno. Come gli altri due.

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