Garbage Time: un bel post su “Oppini”

Che poi uno potrebbe anche dirmi: “Ma puoi scrivere un post su Oppini? Ma puoi dargli tutta questa importanza?”. Ebbene sì, il blog e mio e faccio come dico io, e quindi un bel post su Oppini lo scrivo, se poi lo capiscono al massimo 3-4 persone che me ne frega?

Partiamo dall’inizio però, anzi no, dalla fine, nel senso che il personaggio in questione è uno dei più grandi rimpianti della vita di David (oltre a non aver mai visto il Super Eroe), sì perché il Gallo non hai mai avuto modo di incontrare questo tizio, saltò un paio di occasioni valide e la storia poi non gli regalò altre opportunità. Oppini ragazzi, che brivido…

È il 6 maggio del 2008, siamo sul 20 per tornare a casa dopo il primo esonero di Storia dell’Arte Moderna e Fermata chiama davanti a me la madre per raccontarle qualcosa sull’esame, a fine telefonata, sento un “Sì ora lo chiamo e lo avverto…”. Capisco che c’è qualcuno, e questo qualcuno è il ragazzo di Fermata, uno di cui conoscerò i primi dettagli poco dopo.

Lo incontro durante una festa il 20 maggio, sono abbastanza un pesce fuor d’acqua, ma dopo aver sofferto le pene dell’inferno due giorni prima a Parma fra Valium, pioggia e Ibrahimovic che mi regala uno scudetto sudatissimo, penso che nulla possa spaventarmi. Nulla. Oppini si presenta con un bel maglione a collo alto granata e i mocassini, vestito fuori stagione e con lo sguardo assonnato. Lo scruto, mi fa una pessima impressione e ovviamente è già segnato nella mia personale rubrica come il nemico da abbattere. Per sport, per antipatia, per rivalsa, per orgoglio e onore cavalleresco, per un qualche cazzo di motivo insomma. Capisco nel corso della serata quanto metta a disagio Fermata, immagazzino tutta una serie di informazioni, mi appunto ogni sfumatura a mente e poi ci ragiono sopra.

Qualche settimana più tardi Oppini diventa Oppini, nel senso che una sera Andrea viene insieme a me dopo una cena “Ai Marmi” e raggiungiamo Fermata e il suo gruppo sull’Appia. Al mio inseparabile compagno gli voglio illustrare la situazione: questa ragazza e il suo discutibile compagno. Con il suo spiccato umorismo Colantoni mi regala una perla inenarrabile, una cosa che entra subito nella leggenda delle frasi: “A Mattè, ma dai, a parte che questa è uguale a Veronica e poi, sta con uno che è er fio de Oppini, ma con quei capelli…dai su…”

Il personaggio diventa Oppini, l’etichetta gli viene appiccicata in un bagno del Killjoy e da lì sarà il suo nome in codice quando ne parlerò con gli altri bontemponi. Da quel momento in poi è un escalation, nel senso che la rivalità si inasprisce, lui capisce le mie intenzioni, la ragazza mi tira dentro la sua vita, io cerco di fare meno danni possibili ma sono visto come una minaccia enorme e Oppini sente la pressione in maniera esagerata. Dichiara che sono il cagnolino della sua ragazza, mi dice che sono gay, perde completamente il senso della misura e la mia presenza lo indispone del tutto. Il guanto lanciato lo raccolgo e diventa per me una questione di principio eliminarlo completamente. Non faccio nulla, Gabriele mi consiglia, mi dice che in fondo il suo modo di fare è il mio migliore alleato. Percorro la mia strada, preferisco il silenzio e mi faccio trattare come un peluche, la sua inadeguatezza la sfoga con atteggiamenti più o meno da bambino delle elementari. Più vuole il duello, più vuole mettermi in ridicolo e più lo lascio fare. Andiamo tutti al mare, ma quel giorno gioco in casa, sono spalleggiato e mi diverto, gli altri possono finalmente conoscerlo, Antonio rimane scioccato dal personaggio.

Considerando che Fermata è in partenza, sono convinto che non lo vedrò più a settembre a Roma, succederà qualcosa prima, e come canta Paola Turci: “Non importa se vinco, ma tu perderai, vedrai…”. Alla fine mi interessa quello, mi interessa di più che lui venga punito da Fermata stessa che quest’ultima. Puntualmente succede, accade a fine agosto, il borioso e spaccone Oppini viene silurato nel modo più triste, scontato e meritato. Oppini “non la racconta” come si dice da queste parti, la sua simpatia fastidiosa, il suo voler essere divertente a tutti i costi e rivelarsi invece agghiacciante, la sua arroganza da alto borghese toscano gli si ribaltano contro.

Oppini sparisce, a febbraio scriverà un bel post su Facebook contro di me, un papiro ricco di luoghi comuni, finte convinzioni e frasi retoriche, un climax di banalità. Due anni dopo, Fermata stessa lo farà sprofondare all’inferno con la beffa delle beffe, ma per un minimo di privacy non entro nei dettagli.

Lui, il grande Oppini, il nemico di metà 2008, con il suo ciuffo, il suo essere inadatto, il suo essere destinato a perdere, fu sconfitto aspettando soltanto che il tempo facesse il suo corso seguendo Sun Tzu. Oppini, che prova ad andare a Sanremo e che vuole farci credere di essere un tipo gagliardo, pieno di vita, interessi, donne e hobby. Oppini, il pupazzo di una notte di mezza estate, il grande rivale prima di affrontare “Lo Stantio” ma qui, amici miei, entriamo nella sezione “Racconti Fantasy”.

Garbage Time: un bel post su “Oppini”ultima modifica: 2014-11-26T00:26:05+01:00da matteociofi
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