Il paragone

A pranzo a casa da mia nonna con le mie cugine, un’occasione per chiarire un concetto che probabilmente questa settimana è sfuggito a qualcuno. Mercoledì infatti la più grande delle due ha dichiarato:”Io sono come Matteo”. Tanto è bastato per farmi intervenire. Prima cosa non capisco chi le ha dato il permesso di dire certe cose, secondo non capisco come abbia fatto ad appropriarsi di questo paragone, il come poi non lo posso accettare assolutamente. Ho ribadito che il momento in cui lei potrà confrontarsi con me è ancora molto lontano, e per questo, fino a quel giorno, è bene che eviti nuovamente di mettersi sullo stesso piano del “personaggio più importante della famiglia”. In cinque minuti di delirio di onnipotenza in cui è esplosa tutta la mia consueta arroganza e superbia ho affermato che sul gradino più alto del podio ci sono io e non tollero che qualcun altro osi mettere mezzo piede li sopra vicino al mio, punto e basta. Io sono il migliore e lo sarò fin quando lo dirò io. Chiaro?

 

Tra ieri ed oggi ho incontrato diversi amici romanisti: alcuni mi hanno salutato, altri nemmeno quello…evidentemente sentono la partita di domani con particolare ansia, per questo motivo prego “I Miei Ragazzi” di vincere e di finirli del tutto.