Che vi posso dire?

Che vi posso dire? Non ho grandissime cose da raccontare, in questi giorni infatti non ho scritto molto, ma non tanto per pigrizia ma perché i discorsi che potrei fare sono abbastanza banali o comunque legati alla quotidianità. Sto preparando l’esame di filologia romanza del 24 gennaio e mi sto rendendo conto di quanto sia complicato. Sarà uno scoglio molto impegnativo, un ostacolo sul quale potrei anche inciampare. Oltre alla difficoltà degli argomenti e alla loro vastità, devo dire che non ho nemmeno quella dose di interesse che in altre circostanze mi è stata di grande aiuto come ad esempio due anni fa a storia contemporanea, una battaglia epica che però mi stimolava parecchio per mille ragioni. Stavolta non è così, non è un “mio” esame, non saremo in tantissimi a questo primo appello e la mia preoccupazione credo che sia abbastanza giustificata. Da quando è stato nominato allenatore dell’Inter non mi sono mai espresso su Leonardo, non l’ho fatto sul blog e nemmeno parlando con gli amici. Mi dispiace per come sia finita con Benitez, ha pagato un periodo tutto sommato sfortunato ed i trecento indisponibili, di fondo però non è mai sbocciato l’amore con la dirigenza, con il Presidente e con i giocatori. Stava sulle scatole a qualcuno e ha scontato l’enorme peso del post-Mourinho. Va ringraziato per la professionalità e la serietà che ha mostrato in questi pochi mesi e soprattutto deve essere ringraziato per i due trofei che è riuscito comunque a portare a casa. Leonardo è una scommessa, piace all’ambiente, ha portato subito entusiasmo e i giocatori sono molto più leggeri e coinvolti dal brasiliano. Non esaltiamoci per queste tre vittorie, aspettiamo e diamo fiducia e sostegno a questo nuovo allenatore. Cambiando discorso, domenica sera ci riuniremo un po’ tutti per salutare David in procinto di partire per Stoccolma dove vivrà il suo Erasmus. È un personaggio che mancherà un po’ a tutti, a me in modo particolare, ma sono felice che possa confrontarsi con questa esperienza che tanto ha desiderato. Gli auguro il meglio e spero di rivederlo contento e soddisfatto al suo ritorno. Non ho mai pensato che al suo posto potevo esserci io, ho fatto bene a rifiutare la borsa e ancor di più ho fatto bene a lasciarla a lui, io dovevo restare in Italia, non potevo partire ne per la Svezia ne tanto meno per Malta. L’abbiamo detto tante volte io e lui, tutto era scritto, era giusto che andasse così, ed alla fine è stato un bene per tutti.

Buon Viaggio “Catto”