Modi di dire

Ci sono dei modi di dire che non sopporto veramente. Alcune frasi o affermazioni che sento costantemente pronunciare dai miei coetanei ma non solo, che mi fanno letteralmente vomitare per un milione di ragioni. Ne passo in rassegna sei, quelle che detesto in modo assoluto.

“S’annamo a ppià ‘na cosa”. È una frase di fondo insensata che però è ben compresa da chi ascolta. Colui che pronuncia questa affermazione vuole intendere se andiamo a prenderci qualcosa da bere. A me già il concetto di ‘na cosa non piace per niente. La frase si sente dire prevalentemente da persone che hanno un’età compresa fra i 17 e i 40 anni, magari un po’ coatti, quelli che fanno la bella vita, i Vitelloni del giorno d’oggi. Li senti in palestra mentre si fanno la doccia e questa è la frase tipica.

“S’annamo a mmagnà ‘na cosa”. Prosegue il concetto di cosa, l’indefinito prende il sopravvento e i personaggi che pronunciano tali proposte sono gli stessi di cui ho parlato al punto precedente.

“Ce stai a venì domenica ar mare?”. Questa domanda ha un’importanza diversa dalle altre perché nasconde un aspetto internazionale. Il “presente progressivo”, ovvero stai a venì, è utilizzato al futuro o comunque ha quella funzione. In realtà è come il futuro intenzionale inglese “going to” che in realtà esprime l’intenzionalità di fare un qualcosa. A Roma questo modo ha preso il sopravvento sul classico Vieni al mare? o Verrai al mare?. In maniera del tutto inconsapevole qualche coatto ha preso in prestito dall’inglese una forma verbale e l’ha applicata al dialetto romanesco.

“Io piscio”. È il modo di dire più osceno che sia stato coniato negli ultimi 5-6 anni, un sinonimo di non vado, gli do buca. Quando sento sta cosa impazzisco, soprattutto se lo pronunciano delle ragazze. È un qualcosa di talmente volgare e fuori luogo che mi vergogno di sentire qualcuno che se ne esce in un modo così sguaiato. Se tu pisci, io vorrei tanto sputarti addosso per come parli.

“Bella!” Fottetevi voi (ripetizione voluta per aumentare l’enfasi) e sto modo di merda di salutare. Che vuol dire? Che senso ha? Spiegatemelo. Ormai ha sostituito il Ciao da diversi anni in tutta la penisola, ma io non l’ho mai usato perché non mi piace, preferisco l’immortale Ciao, quattro lettere e una parola conosciuta in tutto il mondo, nome di un motorino della Piaggio e della mascotte di Italia 90. Bella non lo tollero, spero che cada in disuso quanto prima perché è privo di ogni senso.

Quelli che fanno le “virgolette”, piegando indice e medio di entrambe le mani allo stesso momento. Queste persone hanno tutta la mia disapprovazione e il mio disprezzo. Che cosa è parlare e fare contemporaneamente quel gesto vicino le orecchie? Non lo so, sembrano tutti dei pupazzetti da cartone animato. Come dice il mio professore di Letteratura italiana, in questi casi bisogna prendere una roncola e staccare le dita a chi fa una cosa del genere.