Sì, viaggiare…

Il 2013 è stato certamente un anno internazionale. Non tanto per i viaggi ma prevalentemente per la doppia esperienza irlandese. Cinque mesi a Dublino separati solo da un’estate, 21 settimane fuori casa, all’estero, per la prima volta. Questo rende l’anno appena archiviato senza dubbio speciale, dodici mesi che però hanno assunto i contorni del viaggiatore a tutto tondo, al di là di Dublino. Belfast, Liverpool, la Svizzera, Cracovia e Istanbul marchiano a fuoco il 2013 come un lungo periodo di spostamenti, viaggi, emozioni, volti e profumi nuovi. Una cinquina importante che si mette sul livello del 2010, quando Atene, Vienna, Montecarlo, Madrid, Abu Dhabi e Dubai impreziosirono quell’annus mirabilis.

Belfast è stato il week end in solitaria: neve, freddo, mi sono perso, mille avventure in soltanto 40 ore e se il tassista non si fosse messo una mano sulla coscienza forse sarei morto assiderato lungo St Peter Street. Liverpool è stato il ritorno a casa, tanto voluto quanto agognato: 48 ore di alto fomento, con il brivido di salire sull’AirCoach con Mersey Paradise in sottofondo ed il viaggio sull’aereo con almeno 100 tifosi irlandesi del Liverpool che si stavano recando ad Anfield per il derby. Un ritorno sì, ma un bagno di sensazioni uniche. Il tour svizzero è stato il colpo a sorpresa di fine estate. Bello, piacevole, ma soprattutto in compagnia e con una guida di grande livello. Non avrei mai pensato che quello sarebbe stato il primo di tre viaggi con Giorgia ma alla fine il destino è stato così benevolo da regalarmi altre due tappe insieme a lei. Cracovia è stata la prima, una sorpresa in una deliziosa cittadina dell’Est, l’occasione per recarmi anche ad Auschwitz e Birkenau. Una grande esperienza, un altro paese da marcare sulla mia mappa personale. Istanbul è stato il botto finale, un altro regalo. Un desiderio che Giorgia mi ha permesso di esaudire, una città che galleggia fra due mondi e due continenti, sei giorni fra moschee, kebab e mercati. Tante cose e tutte decisamente belle.

Giorni fa ho scritto che per il 2014 mi auguro di non dover rifare le valigie. È ovvio che sia una provocazione, nel senso che dietro a questa affermazione si nasconde intanto una speranza: trovare lavoro veramente. Qualora dovesse accadere il tempo per muoversi e viaggiare diminuirebbe notevolmente, quando lavori infatti hai una maggior possibilità economica ma viene meno all’improvviso la disponibilità di tempo. Hai qualche soldo ma non puoi partire quando vuoi.

Spero quindi di essere limitato nei viaggi magari da questo aspetto, non ho attualmente grande fantasia di ripartire, per nessun tipo di viaggio, ma credo sia una logica conseguenza di un lungo peregrinare nell’ultimo periodo. Sono convinto però che nel giro di qualche mese quella voglia di prendere un volo e andare altrove anche per qualche giorno tornerà. Come già scritto, sarei contento di farlo con David, Lisbona è la meta prescelta da tempo.

È stato bello fare il “nomade di lusso” in questo 2013, mi sono divertito, ho scoperto nuovi posti e vissuto decine di esperienze, per questo (e non solo) come ho scritto in precedenza, l’anno alle spalle rimarrà nella mia mente e nel mio cuore.