Meno male

Non è stata una settimana esaltante e per fortuna è anche finita. Mettiamola così. Già l’inizio non era stato promettente: l’incazzatura di domenica non era stata un buon viatico, soprattutto se ci sommiamo la beffa di mercoledì. E poi, a livello lavorativo, ho fatto poco, non sono stato molto coinvolto se non in cose pratiche e talvolta un po’ lagnose.

È stata la settimana delle neve, tanta, fin troppa direi. Bello, caratteristico, affascinante, ma camminare sul ghiaccio e con gli scarponi che pattinano dopo un po’ non è il massimo. Certo, tutto questo è nulla, ma veramente nulla, se paragonato poi alla notizia di mercoledì riguardo la morte di Domenico Lista. Lo avevo conosciuto durante il mio primo stage, lui lavorava in redazione, in una piccola saletta con il suo gruppo di Meridiana Notizie. Preparato, tosto, a volte duro, di certo uno di quei giornalisti che poco dopo impari ad apprezzare per le conoscenze e la passione che non puoi non percepire. Alla fine del mio stage, mi disse di unirmi alla sua ciurma, mi minacciò dicendomi “Vieni con noi, ti faccio pedalare io…”, qualche settimana dopo infatti avrebbero anche cambiato location spostandosi a Viale Angelico. Se ne è andato a 44 anni e mi rimarrà quella tristezza improvvisa e potente che ti coglie di sorpresa, una mattina di inizio febbraio, mentre scorri il sito del Messaggero e ti imbatti in una notizia che ti spiazza maledettamente.

Il resto poi, quello che ci rimane e su cui ci lamentiamo sono cose infinitamente piccole, come la lentezza dei canadesi, il loro andare piano, l’avere quell’aria rilassata, spesso serena, che però, secondo me, a volta sfocia nel rincoglionimento. Camminano piano, sono lenti, vanno a una velocità nettamente inferiore alla nostra. Questo l’ho capito. Certo, io sono uno che vive in un posto caotico e incasinato ed è evidente come il mio isterismo e la mia smania non coincidano con il ritmo di coloro che mi circondano. Ho la frenesia di chi vive nello stress, nella metropoli, fra disorganizzazione e fretta, qui è davvero un’altra storia. Ogni giorno a qualcuno mi rivolgo dicendo “Quanto non te schieri” oppure cerco di invitarli a darsi una mossa con un sempre chiaro “Dai su, fomentati!”.

Non capisco perché io vado a passo svelto e gli altri passeggiano, perché io sguscio via in mezzo alla neve e mi divincolo con la rapidità di Oba Martins mentre alcuni sembrano impacciati, non comprendo perché tutti dicano che fa freddo tranne me e perché tutti si vestano da palombari e io no. Da quale mondo vengo? Magari le prossime settimane lo sveleranno.

Intanto è venerdì sera, e il week end è alle porte. Meno male.

Meno maleultima modifica: 2015-02-06T21:57:13+01:00da matteociofi
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