“Bicchierati e smartophonati si aggirano per la città”

68777412nfktdw9ucanadianflagDue mesi di Canada e sono già tante le cose che mi sono entrate in testa. Alcune importanti, altre stupide o sciocche (ovviamente le mie preferite) però un aspetto è fin troppo palese: se non indossi come cappotto il Canada Goose non sei nessuno. Altro che l’inflazionatissimo Belstaff a meta Anni 90 con la cintura catarifrangente, nulla a che vedere nemmeno con il Refrigiwear di metà Anni 2000, qui questa marca è una istituzione. Il mio piumino nero, reduce da innumerevoli battaglie con tanto di bandiera canadese, non vale nulla, nel senso che non è patriottico e distintivo allo stesso modo. Nella metro, ogni mattina, ne conto decine. Trasversale, bello, sicuramente caldo e appropriato, è il giubbotto dei locali, troppo omologato però per farmelo piacere.

La parola che invece ho sentito dire più spesso è “weird”, ossia “strano”. Non usano mai unusual, ne tanto meno strange, ma solo weird. In continuo. Detto poi con quell’accento americano che lo arrotonda fino a storpiarlo è entrato da un po’ nella lista delle cose che non sopporto. Se la parola è weird, l’espressione è “Does it make sense?” c’ha senso? Io rispondo sempre sì, mi fa ridere però l’insistenza con cui venga detta, quasi un abuso, e ovviamente ho preso le distanze anche da questa frase.

Vanno matti per i pancake, mangiano male, mischiano tutto, mettono salsine sopra ogni cibo, ammazzano qualunque sapore, se ne fregano del gusto e non bevono mai acqua. E’ vietata, pena presumo il divieto di dire “weird” e “does it make sense?” per 90 giorni. In compenso, come già detto, mi sembrano un popolo sereno, di bonaccioni, gente poco incline al casino, ordinati, a volte troppo. Camminano piano, sono particolarmente rispettosi, subiscono tutto in silenzio, come la stramaledetta metropolitana e i suoi perenni disguidi. Si lamentano sempre del freddo, nemmeno venissero dal Qatar. Io, giovanotto mediterraneo, baciato dal sole e avvolto dal tepore della mia città nativa, non mi lamento mai del freddo qui, loro invece lo fanno come sport.

A proposito di attività fisiche e hobby seguono ovviamente tutti sport inutili tipo l’hockey, il football americano, il baseball, si fomentano discretamente per il basket, e con notevoli ritardi e difficoltà si stanno avvicinando al calcio (ah, io mi rifiuto con un palese disprezzo a chiamarlo soccer, sia chiaro, a costo di non essere compreso). L’arrivo del sabaudo Giovinco ha portato un’ondata di entusiasmo che sono curioso di vedere quanto durerà.

Bicchierati e smartophonati si aggirano per la città. Sulla sinistra di solito hanno il bicchiere di cartone di Tim Hortons o di Starbuck’s, con la destra invece stringono il loro cellulare, se devono prendere qualcosa al volo non possono. Poi che altro? Non sono un popolo, sono simili ai loro vicini di casa se non fosse che quelli a stelle e strisce hanno un culto del patriottismo diverso, quasi smodato, talvolta pacchiano, con bandiere appese ovunque, un lavaggio del cervello che esiste da decenni, qui non è la stessa cosa pur essendoci un mostruoso mix culturale e di razze stile USA.

Costa tutto tanto, troppo, l’abbonamento mensile per i mezzi di trasporto 141 dollari, un abbonamento mensile per una compagnia telefonica, non meno di 40 dollari e la più economica è la Wind. Gli alcolici non vengono venduti nei supermercati ma solo in luoghi adibiti come LCBO, un negozio a parte con prezzi certamente non di saldo.

In tutto questo però amici miei, c’è una cosa che devo sottolineare e che apprezzo notevolmente: il profondo senso di sicurezza che si respira. Non si vedono troppi agenti in giro e non ho assistito ancora a nulla di clamoroso, però la percezione che tu possa camminare per strada sereno la senti dopo un po’. La certezza è una: chi trasgredisce qui non la racconta, nel senso che non conviene a nessuno andare oltre perché le sanzioni sono severe e prima di fare lo stronzo ci pensi un paio di volte. Questo significa lasciare la porta di casa aperta, non aver paura di camminare la sera e stare tranquilli in modo totale.

Onestamente, un aspetto del genere, può cambiare in maniera sostanziale anche il giudizio complessivo su un paese, se poi aggiungiamo l’inebriante emozione di fare la spesa al supermercato alle 22.30, come è successo sabato scorso, o il sanity point, una specie di distributore di amuchina dentro uffici ed edifici, e i soldi che sembrano di plastica anziché di carta, mi sento dire che qualcosa a questi canadesi gliela invidio pure io…