“Questi siamo”

Nei giorni a Roma c’è stato spazio anche per qualche discorso più profondo, per delle riflessioni, e non solo tempo per risate, battute e nuovi personaggi, come l’improbabile e spassoso pugliese nato per caso su Via Casilina.

La prima sera, passeggiando per Frascati con il padrone di casa, quando le due di notte erano ormai passate da un pezzo, ci siamo imbattuti in un discorso scaturito da una sua frase: “Vedi Duomo, questi siamo”. Una affermazione che io ho non ho voluto lasciar morire così, ma sulla quale mi sono soffermato un attimo più del solito, proprio perché nelle settimane precedenti avevo avuto modo di pensare a qualcosa di analogo per ragioni differenti.

Questi siamo, è veramente così e ho aggiunto che bisogna anche accettarlo. Questo è un passaggio fondamentale, il gradino che porta a una sorta di felicità o di maggiore pace interiore. Credo che nella vita ci sia un sottilissimo confine che non saprei localizzare perfettamente, una linea labile che divide l’arrendersi dal sapersi accettare. Penso che arrendersi, in certi momenti o situazioni, non sia sinonimo di sconfitta o di essere perdenti, tutt’altro, talvolta è semplicemente un prendere coscienza, avviarsi ad un accettare ciò che siamo, riconoscersi capacità e limiti, lacune o inadeguatezze. E per quanto sia un nostro dovere e diritto lavorarci sopra, non bisogna mai scivolare nell’incastrarsi in questi percorsi per non uscirne più.

Sbattere la testa contro muri di vario spessore significa perdere anche tempo e non trovare nulla, ne tanto meno conquistare qualcosa. Per cui, spesso, la resa è addirittura un successo, è il primo passo verso qualcosa di nuovo, come un percorso più sereno. Ci sono cose su cui si può migliorare, altre su cui non si può andare più di tanto in là. Non siamo fatti per eccellere in tutto, o per essere perfetti, non siamo stati costruiti per pensare che tutto sia possibile e che siamo in grado di ottenere ogni cosa soltanto con l’impegno. È una bella idea, molto stimolante, parecchio self made man ma anche un filo ottusa ed irreale.

Questi siamo e a un punto, a un momento della vita bisogna rendersene conto, cercando un superamento di se stesso, un miglioramento, certo, ma con dovuta cognizione di causa. Siamo questi e a un punto direi che va bene anche così.

Sono nel bel mezzo di questo passaggio che senza esagerazioni ha una qualche sfumatura di epocale. Se penso allo scorso anno, a quei giorni e a quei post, direi che oltre ad avere la sensazione che siano passati molti più di 12 mesi, c’è un qualcosa di diverso. Un sentimento di calma differente, non di pace, ma di maggior chiarezza e onestà.

Vado più d’accordo con me stesso perché ci siamo capiti su un paio di cose. C’è stata una discreta presa di coscienza, e lo scorso 7 aprile, un episodio piuttosto simbolico ed emblematico mi ha portato a pensare a una serie vicende, a ragionare su alcuni elementi con una chiave di lettura ben diversa dal solito. Molto probabilmente la più corretta, di certo estremamente veritiera.

Ecco, è molto interessante tutto questo, questo lavoro di accettazione che richiede tempo ovviamente, ma che secondo me è comunque una spia di maturazione, di evoluzione, di crescita e transito. E per quanto io sia in fondo un personaggio abbastanza normale, resto una figura da romanzo di formazione, quello che nel frattempo, attraverso situazioni e peripezie, anche senza nulla di estremo, diventa altro, quanto meno sotto una serie di aspetti, pur restando fedele a se stesso.

Molto più in fondo di un Emilio Brentani, qualcuno sul quale ogni tanto ti viene da buttare un occhio, non tanto per vedere se regala emozioni, ma più che altro per capire a che punto sta nel suo percorso di crescita. Un personaggio didascalico, figlio magari della penna di un Bonvesin de la Riva.

Questi siamo, e questo sono. Hai ragione te Duomo, e voglio aggiungere anche che va bene così, soprattutto a un punto, quando ad esempio il mezzo del cammin di nostra vita, tanto per finire le citazioni, dista solo 6 anni.

 

“Cosa serve? Bisogna avere la mente aperta, così come il cuore, una batteria carica e correre liberi. Verso l’eternità. Tutto qui”.

“Questi siamo”ultima modifica: 2016-05-17T22:06:33+02:00da matteociofi
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