Chiudere dicembre senza un post di riepilogo, di resoconto o un giudizio finale è stato un peccato, ma d’altra parte non sono stato in Italia, non ho avuto il computer sotto le mani e per cui ho dovuto rinviare tutto a gennaio.
Che 2013 è stato? Difficile da dire, sicuramente è stato un anno importante, sotto tanti punti di vista e di certo si può definire positivo, anche se fare meglio del finale del 2012 era abbastanza facile.
Si può suddividere in tanti segmenti e dire che nei primi due mesi non è successo nulla, poi ci sono stati i tre mesi di Dublino, una estate vuota e triste, un brivido subito dopo Ferragosto e poi ancora Dublino. A grandissime linee l’anno appena trascorso è stato questo, ma è ovvio che ci sarebbe molto da raccontare, perché per la prima volta ho vissuto all’estero, sono stato da solo, ho lasciato casa mia, e poi ho fatto tutto ciò nuovamente ma in compagnia, in una situazione in cui mi sono messo in gioco come di più non potevo.
Se il sette gennaio non fossi andato alla ESL di Via IV novembre per avere delle informazioni sui soggiorni linguistici, sarebbe stato un 2013 del tutto diverso, ma a volte dietro a stupide o banali azioni si nasconde un mondo. È stato l’anno di uno stage importante, poter fare un’esperienza in una redazione straniera non capita a tutti, è stato un anno in cui ho conosciuto tantissima gente, in cui ho pensato fuori dalla scatola, in cui mi sono dovuto adattare come non mai. Ho passato quasi metà anno in un altro paese, ho capito tante cose, ne ho scoperte alcune, mi sono divertito e ho sperimentato la vita del ragazzo lontano da tutto.
È stato un anno profondamente internazionale, per Dublino ma anche per i viaggi a Belfast e Cracovia, il tour svizzero, per il ritorno a Liverpool e il capodanno a Istanbul, un 2013 che supera il 2010 sotto l’aspetto “estero”. Un anno di voli, biglietti, pullman, treni, brividi inattesi, colpi di scena, abbracci ritrovati e sorrisi perduti, un anno di corsa, spesso con il fiatone, un anno di pioggia e freddo. Un anno di novità, di emozioni nuove e delusioni vecchie, un anno in salute, un 2013 in un’altra lingua, con sapori insoliti e profili inusuali. Un anno di partenze, di arrivederci e ritorni, di abbracci e baci. È stato un anno movimentato, un po’ da scopritore, un po’ da esperto, è stato l’anno di Dublino, una mia seconda casa che non avrei mai pensato di rivedere cinque mesi dopo averla salutata per lavorarci.
È stato l’anno di Giorgia, delle sorprese, del blog che rimette in contatto persone già lontane nella memoria. Non lo dimenticherò il 2013, mi ha dato tanto, spesso mi ha sorpreso, nel bene e nel male, ma se devo scegliere una immagine di questo anno spiazzo tutti e prendo quella del cinque maggio, appoggiato alla colonna dell’ingresso del Burger King in Church Street a Liverpool, in piedi, in armonia con il mondo fuori e la città intorno a me, mentre a pochi metri un’artista di strada cantava e suonava Wonderwall con 15 ragazzine urlanti ferme lì ad ascoltarlo. Per me rimane un momento di perfetta sintonia, forse il primo momento in cui nel 2013 mi sono sentito davvero bene, e non mi stupisce che per vivere certe sensazioni tutta una serie di cose si siano dovute combinare perfettamente, in quel preciso momento.
È stato un anno di crescita personale e professionale, un anno in cui non mi sento di aver fatto errori gravi o di aver perso tempo, sono soddisfatto del mio operato e con più ottimismo del solito, senza un valido motivo, mi immetto in questo 2014.
Ciao 2013. E grazie di tutto.
FOTO DELL’ANNO