Rieti

41cfc1d3f7997372688e6c00db265d8f.jpgDopo la festa del centenario, il mio secondo appuntamento sportivo per questo mese era la trasferta della Virtus a Rieti. Stamattina sono partito dalla stazione Tiburtina con il Cotral delle 11.15 per arrivare a destinazione verso le 12.45, durante il tragitto ho conosciuto tre ragazze reatine che mi hanno spiegato cosa avrei dovuto fare per raggiungere in seguito il palazzetto, ma giunto al capolinea, una di queste (Cinzia) è stata così gentile da accompagnarmi con la sua macchina al PalaSojourner, stupito da questo gesto di gratuita bontà sono arrivato lì dopo nemmeno dieci minuti. La partita è cominciata male fin da subito e dopo aver toccato anche i meno 15, la squadra si è cimentata in una lenta ma efficace rimonta fino all’occasione di Lauwers che a 30 secondi dalla sirena poteva regalarci una vittoria rocambolesca ma che alla fine si è tramutata in un’amara sconfitta per 83-81. Al ritorno sono riuscito a strappare un altro passaggio, stavolta a G. un ex capo ultras di Rieti con il quale avevo parlato prima dell’inizio della gara. E’ stato piacevole scambiare due battute con un tifoso avversario, ma soprattutto notare che esistano ancora dei veri Ultras nel senso reale del termine. Mi ha raccontato della situazione della loro curva e delle difficoltà che sono nate all’interno del gruppo da quando sono entrati nuovi individui che si spacciano per Ultras ma che sono soltanto dei giovanotti teppisti, i quali usano il basket come pretesto per le loro azioni. Giunto con enorme anticipo alla stazione dei pullman sono partito con il Cotral delle 17 e dopo quasi due ore era di nuovo a casa. Durante il viaggio ho fatto tre considerazioni banali ma in verità molto profonde. Meno male che c’è in giro ancora gente come Cinzia, la quale aiuta un semplice sconosciuto in difficoltà, consapevole che non potrà mai essere ricompensata, ma fa questo gesto solo per il piacere di compiere una bella azione. Meno male che c’è ancora gente come G. che intende il mondo Ultras nel giusto modo e a fine partita è così lucido da accompagnare alla stazione un tifoso avversario, il quale sostiene una fede come lui, con dei colori diversi ma condivide completamente la sua mentalità. Meno male che c’è ancora gente come me, che in poco più di mezza giornata va in trasferta a Rieti consapevole di veder molto probabilmente la sua squadra perdere, ma nonostante questo: parte, incassa la sconfitta e se ne torna a casa felice lo stesso per aver fatto tutto ciò spinto semplicemente da una passione pura ed intramontabile.         

Rietiultima modifica: 2008-03-29T23:30:00+01:00da matteociofi
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