Dovrei provare

Ne parlavo ieri notte con Mattia e Davide mentre tornavamo a casa, si discuteva di viaggi e trasferte ed io ho ammesso che recentemente non mi sono “regolato”. Nell’ultima stagione sono stato in giro per l’Italia troppe volte, spesso ho esagerato, come quando sono partito per Milano senza biglietto per lo stadio a due giorni da un esame. Ho iniziato fin da piccolo, la mia prima trasferta è datata 2 febbraio 97, avevo ancora nove anni, andai a Perugia con i miei genitori e fu un pomeriggio memorabile. Nel corso degli anni, crescendo, ho cominciato a girare da solo, la prima volta a 17 anni a Jesi e poi non mi sono più fermato. Qualche brutto quarto d’ora l’ho passato pure io come quando i tifosi marchigiani ci presero a sassate il pullman o all’autogrill di Bologna con i tifosi della Roma prima della finale di coppa Italia del 2005. I miei genitori mi hanno sempre lasciato andare, forse perché si fidano ciecamente di me, ma sono convinto che in alcuni momenti un po’di preoccupazione l’abbiano avuta, immaginare il proprio figlio in una stazione a caso della penisola con lo zaino ed una sciarpa al collo, non credo che sia il pensiero più rassicurante del mondo. Devo dire però che questi viaggi mi hanno insegnato diverse cose: stare lontano dai guai, guardarsi le spalle, farsi i fatti propri, non avere paura e sapersi adattare. Queste sono regole fondamentali. Sempre. Io l’ho vista tante volte come una insolita palestra di vita, soprattutto quando sei solo e devi cavartela in maniera autonoma. Lo dicevo ieri, probabilmente dovrei concedermi un “periodo di pausa”, forse è arrivato il momento di lasciar perdere un po’, meglio magari un sabato pomeriggio da IKEA e in un centro commerciale e la domenica una gita fuori porta o l’attesa del treno delle 23 che ti riporta in casa dopo l’ennesima trasferta? Non lo so, dovrei provare.

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Il paragone

A pranzo a casa da mia nonna con le mie cugine, un’occasione per chiarire un concetto che probabilmente questa settimana è sfuggito a qualcuno. Mercoledì infatti la più grande delle due ha dichiarato:”Io sono come Matteo”. Tanto è bastato per farmi intervenire. Prima cosa non capisco chi le ha dato il permesso di dire certe cose, secondo non capisco come abbia fatto ad appropriarsi di questo paragone, il come poi non lo posso accettare assolutamente. Ho ribadito che il momento in cui lei potrà confrontarsi con me è ancora molto lontano, e per questo, fino a quel giorno, è bene che eviti nuovamente di mettersi sullo stesso piano del “personaggio più importante della famiglia”. In cinque minuti di delirio di onnipotenza in cui è esplosa tutta la mia consueta arroganza e superbia ho affermato che sul gradino più alto del podio ci sono io e non tollero che qualcun altro osi mettere mezzo piede li sopra vicino al mio, punto e basta. Io sono il migliore e lo sarò fin quando lo dirò io. Chiaro?

 

Tra ieri ed oggi ho incontrato diversi amici romanisti: alcuni mi hanno salutato, altri nemmeno quello…evidentemente sentono la partita di domani con particolare ansia, per questo motivo prego “I Miei Ragazzi” di vincere e di finirli del tutto.

Frasi del giorno

Queste sono state le principali frasi di giornata

 

Francesca: Non so quando arrivo, ma arrivo…abbiate fiducia in me! (testo dell’sms che mi ha spedito venti minuti dopo che era iniziata la lezione di storia).

Francesca:“Ieri sera ho pure segnato…di fianco”.

Matteo:“Teoria è Teoria. Teoria è di un’altra categoria. Teoria è solo roba mia. Teoria non è una da una botta e via. Teoria non è una semplice mania. Teoria se la gioca con tutte e vince senza alcuna fobia. Per Teoria vale la pena fare la spia. Teoria è una dolce melodia. Teoria è poesia”.

Antonio:“Comunque Leopardi stava peggio di noi…”.

Matteo: “La differenza però e che noi su certe cose ci scherziamo, lui no”.

Antonio: “Mo a questo gli prende un ictus”.

Sara: “A me piacciono le situazioni euforiche”.

Sara: “Brava Martina! Tu stai in giro e parli e Matteo ti fa gli esercizi di inglese…”.

 

In palestra

Massimo: “Domenica vai allo stadio?”.

Matteo: “No, non penso proprio, e poi lo sai che dopo il 4 maggio ho fatto una promessa…”.

Massimo:“Voglio proprio vedere…”.

 

 

Anche per oggi da Via Columbia (Tor Vergata) è tutto.

Domani

Domani si parte

Domani si salpa

Domani l’ancora sarà tolta

Domani le vele si gonfieranno di vento

Voglio stare sul ponte della nave,

e lasciare che il vento accarezzi i miei capelli.

Voglio guardare l’orizzonte,

attendendo di scorgere la mia meta.

Voglio lasciare che i ricordi,

possano aumentare il mio desiderio.

Sono curioso di vedere come andrà a finire 

Tutto questo…domani.

Questa settimana succederà qualcosa di importante, non è una certezza, ma è qualcosa di più di una semplice sensazione.