Era tutta un’altra cosa

Era tutta un’altra cosa quando c’erano i ”bandoni” di lamiera arrugginiti sotto al piazzale da nonna, quando tornavamo tutti impolverati a causa del “brecciolino”, quando mi sbucciai le ginocchia in porta, ma vincemmo 5-4 contro Marco e Cristiano e ci sembrava un’impresa. Era tutta un’altra cosa quando c’erano sui muri due scritte storiche, una con la bomboletta azzurra: Debbo bove, e l’altra incisa sul muro: Cecio. Era tutta un’altra cosa quando la sera ci vestivamo di scuro per giocare a nascondino e ci mettevamo nella 500 di Piero, a 300 metri dalla “tana”; quando giocavamo a PC Calcio a casa di chi capitava e Cristiano lavorava al lavaggio. Era tutta un’altra cosa quando andavamo al Big Gym tutti insieme, quando giocavamo a Tedesca, e mi ero specializzato nei gol con lo stacco di testa alla Oliver Bierhoff che levavano 5 punti al portiere. Era tutta un’altra cosa quando Alessandra cadde col motorino su un sasso che avevamo usato per fare il palo, si incazzò e ci portò tutti dall’amministratore, e sull’ascensore io dissi la celebre frase: ”Ci stai portando alla FIFA?”. Era tutta un’altra cosa quando Alessandro disse almeno 15 volte in meno di 20 minuti a Gianluca, che la sorella di Marco aveva chiamato i pompieri, dato che era scoppiato un incendio. Era tutta un’altra cosa quando stavo a casa dalla nonna di Alessandro con oltre 41 di febbre, sbragato sul divano, e lui mi chiedeva di giocare a baseball con una gomma da cancellare e una riga usata come mazza. Era tutta un’altra cosa quando Chicco scendeva giù in cortile di corsa ed irrompeva nelle partitelle, con l’adesivo blu della Melinda sul lobo e si vantava del suo orecchino. Era tutta un’altra cosa quando alle elementari giocavamo a calcio a ricreazione col cancellino e Diego si metteva in porta, con la maglia del Milan di Taibi. Era tutta un’altra cosa quando papà aveva la Fiat Regata bianca e mamma la Renault 5 grigia, modello Tiga, quando andavo in palestra alla Junior88 ed ero amico di Enrico. Era tutta un’altra cosa quando noi e tutte le altre famiglie del palazzo, prendevamo casa al mare a Torvaianica il mese di giugno: i Morzilli a via Bengasi, io a metà di viale Rumenia, la banda Grillo/Bianchi poco più giù, dietro lo stabilimento dei Vigili del Fuoco. Era tutta un’altra cosa quando eravamo alle medie e c’erano le feste al Free Time e soprattutto Veronica, quando giocavamo a basket, quando Andrea lo misero al banco con Cialucco dietro me e Vincenzo, quando la Virtus giocava una finale europea l’anno, mentre la fortitudo perdeva puntualmente la finale scudetto. Era tutta un’altra cosa quando la mattina prima di andare a scuola, mi fermavo da Frontoni in via Renzo Rossi e compravo la merenda per la ricreazione: il panino all’olio con il prosciutto cotto e lo pagavo 3700 Lire. Era tutta un’altra cosa quando andavamo in gita all’Elba col traghetto e Andrea mangiava un numero illimitato di Travelgum nemmeno fossero Big Bubble, quando dormiva con le Magnum ai piedi, e sotto Natale andavamo insieme a sparare i botti allo sterrato. Era tutta un’altra cosa quando festeggiavamo il capodanno con la famiglia di Simone, quando dormivo da Andrea e facevamo i tornei alla playstation a Winning Eleven con Alessandro. Era tutta un’altra cosa quando Gabriele era semplicemente “l’amico di classe di Paolo, quello con gli occhiali tondi”, e quando l’entrata del Plinio era in via Montebello 126, quando c’era l’occupazione, quando con Davide scrivevamo gli striscioni e attaccavamo la bandiera verde della CIA in classe.  Era tutta un’altra cosa quando vincevamo i tornei scolastici di basket e pallavolo, e una volta al mese si giocava Real Montebello-Macchi Team, con la nostra storica maglia biancorossa. Era tutta un’altra cosa quando la sera prima dell’orale della maturità, ero a P.zza del Popolo con Simone e i nostri tricolori, per celebrare la vittoria contro l’Ucraina ai quarti. Era tutta un’altra cosa quando andavamo alle 10 di mattina all’Olimpico, davanti ai cancelli per il concerto di Ligabue, quando gli Oasis stavano ancora insieme ed erano la più grande band del pianeta. Era tutta un’altra cosa quando un pomeriggio di fine agosto, di quattro anni fa, presi l’autobus per vedere il tragitto con i mezzi da casa mia fino all’università. Era tutta un’altra cosa quando facevo i test d’accesso per entrare a Lettere e a Scienze della Comunicazione…

Era tutta un’altra cosa quando c’erano queste cose, quando non era necessario ricordarle, perché in fondo, le stavo vivendo.

Era tutta un’altra cosaultima modifica: 2010-06-28T19:10:00+02:00da matteociofi
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