Una serata

Doveva essere una serata competitiva, una di quelle adrenaliniche con la corsa sui Go-kart superati successivamente dalla guerra al laser-game nelle preferenze, alla fine si è rivelata una serata simpatica ma dai toni decisamente più bassi e se non fosse stato per il clamoroso finale goliardico sarebbe stata una delle tante. La proposta avanzata da Alfredo di correre sui kart dopo aver riscosso grande entusiasmo è stata declinata, la controproposta invece, un paio di ore prima dell’incontro, è stata rigettata addirittura da chi l’aveva prescelta come alternativa più divertente alla gara in pista. Poco spirito d’avventura, zero voglia di competizione, quando la disorganizzazione ha preso il sopravvento alimentata da quel pizzico di indecisione, si è pensato bene di ripiegare sul Pigneto, su P.ta Maggiore e su un bel tavolino in mezzo alla strada al fresco che con il passare dei minuti diventava freddo vero e proprio. È stata una serata classica come dicevo, divertente malgrado tutto, arricchita da personaggi nuovi e da battute che non tramontano mai. Prima ho dovuto smentire voci sul mio conto e poi ne ho fatte circolare altre creando un caso, abbiamo deciso che uno dell’università da essere inizialmente gay è uno che in fondo “gliel’ammolla” e che forse c’è una coppia che deve nascere ma che non riesce a sbocciare nonostante le insistenze della folla. È stata una serata caratterizzata dal “Fantino” che seppur in silenzio è riuscito a catalizzare l’attenzione di tutti nemmeno fosse una star di Hollywood, uno di quei personaggi che io pagherei per avere tra i miei amici più cari. In tutto questo qualcuno di noi si è preso degli insulti dai passanti, a un’altra hanno fregato le sigarette dal tavolo senza che se ne accorgesse poiché stava lottando con il freddo, mentre i dissidenti ritardatari hanno preferito la birra al vino rosso. Si è visto un Catto in grande spolvero malgrado un pre-serata in cui si era distinto per il suo consueto ostruzionismo culminato in un’indicazione stradale sbagliata volutamente, per farmi perdere le tracce di Alfredo il quale ci stava conducendo nella sua nuova e graziosa dimora malgrado le colonnine all’ingresso del salotto. C’era gente che si lamentava durante la serata perché aveva perso la partita di calcetto al novantesimo, perché un suo compagno di squadra aveva tatuaggi in parti estremamente intime e perché aveva giocato con la maglia del Nantes e non con quella del Montpellier. Mentre io cercavo di sviare i discorsi sulla festa del 31 e mi disinteressavo, ogni tanto si tornava su tale argomento, nel frattempo Alfredo faceva “piedino” sotto il tavolo e David si lamentava delle gomitate ricevute dal compagno alla sua sinistra, la serata volgeva così la termine. Il prologo si esauriva prima del finale imprevisto, prima del lettone a 3 con il Catto che tracannava acqua minerale sul bordo del letto istruendoci sui benefici di quest’ultima. Dopo aver sparlato di fanfaroni e di tanto altro, si sono spente le luci con David che era in mezzo al letto prigioniero, rigido e a pancia in su, con Alfredo che dormiva a braccia conserte ed io che tentavo disperatamente di non precipitare giù dal letto. È stata una serata così, ma poi è diventata una di quelle che saranno ricordate chissà quante volte.

 

 

Frase della serata/nottata

 

Alfredo: “Ma il Catto dorme con la vestaglia”.