Io e il mio idolo “Bartali”

È stato un finesettimana all’insegna della tesi, o meglio, dell’inizio della stesura della tesi, ho cominciato domenica mattina dopo una specie di illuminazione, in seguito ad un sabato povero di brividi. Stamattina invece ne ho vissuto uno di grosse dimensioni e del tutto inatteso, mentre parcheggiavo all’università mi sono girato sulla mia sinistra e ho notato che al mio fianco aveva parcheggiato anche uno dei più grandi personaggi della facoltà: Bartali. Siamo scesi contemporaneamente e dopo qualche secondo il mio idolo mi ha rivolto all’improvviso la parola scherzando sulla disposizione delle auto nel parcheggio, posizionate per una volta in modo del tutto insensato rispetto al solito. Colpito dalla conversazione, ho replicato prontamente e poi abbiamo ironizzato sulle matricole le quali, a detta nostra, dopo il ponte dei santi non riempiranno più così tanto il parcheggio dell’università. Ci siamo incamminati nello stradello e siamo giunti fin davanti la segreteria scambiando qualche altra battuta fino al momento dei saluti. A quel punto ho realizzato che per la prima volta in 5 anni abbondanti avevo parlato con un mio beniamino, un personaggio di dimensioni inarrivabili che per me, David e Antonio ha avuto un valore inestimabile. Lo chiamiamo “Bartali” da quando scoprimmo che veniva all’università in bicicletta e fu inevitabile il collegamento con il grande campione degli anni Cinquanta. Bartali per me rimane uno dei Take That, l’amico di Cannone, quello a cui piacciono i cartoni animati e il tennis, quello della celebre frase “repetita juventus” o della fantastica affermazione dopo due ore di storia contemporanea quando esclamò “dobbiamo rimanere in quest’aula che ora ci abbiamo italiano”. Per me è un mito, e lo dico senza ironia. Anni fa stilammo un classifica sui personaggi della facoltà e con chi avremmo scattato volentieri una foto, io votai decisamente per lui e mi diede molto fastidio quando una mano idiota disegnò un pene enorme su un muro del bagno con il suo nome. Mi ricordo l’invidia che provai quando Federica mi disse che le aveva richiesto l’amicizia su Facebook senza motivo e ricordo ancora quando riuscii ad ottenere una sua foto e ad usarla come immagine del mio profilo su Messenger. In quattro anni che frequenta l’università non ci siamo mai parlati, ci siamo visti mille volte e abbiamo seguito dei corsi insieme, lui non sa quanto sia il mio eroe, ma il fatto che oggi mi abbia rivolto la parola mi ha regalato un momento di esaltazione totale. In fondo ci conosciamo di vista, senza parlare siamo amici e quando si diventa i “vecchi” della facoltà nasce quella complicità intima e automatica che sboccia in una conversazione come quella di oggi. Qualcuno potrà affermare che è un soggetto, io posso rispondere che sono altrettanto un soggetto e quindi non posso non ammirarlo. Credo che ci siano uomini che hanno scritto la storia recente di Tor Vergata e per questo meritano rispetto e riconoscimento e Bartali, lui, il mio idolo, è uno di questi.

 

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David: “Quanto ricorda…”

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