Un nuovo vecchio inizio

Domani inizierà un nuovo anno, un altro anno accademico che però vivrò in modo diverso rispetto agli ultimi cinque. Ripartono le lezioni e io non sarò presente, nessuna aula, nessun quaderno di appunti e nessun incrocio strano di orari. È un nuovo vecchio inizio in poche parole, tutto ricomincia ma in modo insolito per quanto mi riguarda. Continuerò ad andare in facoltà, per il lavoro in ufficio, per preparare e scrivere la tesi sulla quale mi inizierò a concentrare questa settimana avendo stampato anche gli ultimi file di cui avevo bisogno. È una sensazione strana quella che si prova quando l’abitudine lascia spazio a una condizione nuova, ci si sente spiazzati e disorientati ma tante volte anche curiosi di vivere la novità, la dimensione sconosciuta. Tornato da Pechino sono riuscito immediatamente a riequilibrare i ritmi e gli orari, ho vissuto bene il fuso orario e la stanchezza del volo, così come le ore di sonno arretrate che ho lasciato in Cina. Sono quindi tornato all’università, al lavoro, ho ripreso la palestra e la corsa domenicale, così come a vedere l’Inter in condizioni ed in orari più umani. Oggi è giornata di sagra, quella dell’uva a Marino, una delle più antiche e caratteristiche dei castelli romani. Nel modo più disgregato possibile andremo un po’ tutti lì, chi prima chi dopo, raggiungeremo il luogo in cui “le fontane danno vino e tanta abbondanza c’è” con la speranza che possa essere un bel pomeriggio di festa. Si ricomincia quindi, in modo diverso ma comunque sempre con una buona dose di entusiasmo, anche perché, come lessi il primo giorno di università nel banchetto allestito davanti la segreteria, in fondo… “c’è sempre un nuovo inizio”