Da qui alla fine

Calarsi in una nuova dimensione non è mai semplice, soprattutto quando bisogna immergersi in qualcosa di simile ma allo stesso tempo ben diverso. La scorsa settimana scrivevo del “vecchio nuovo inizio”, dopo alcuni giorni mi sono reso conto di come debba ancora entrare veramente in una condizione insolita. Quando per diciotto anni ogni giorno sei stato abituato a metterti seduto dietro ad un banco e ad ascoltare un adulto che parla è ambiguo non trovarsi più in questa veste quasi all’improvviso. Mi risulta strano non trovarmi con un quaderno degli appunti in mano a ricordarmi l’ultima frase del professore da segnare sul foglio; non mi sembra strano durante l’estate ma lo diventa quando settembre lascia il passo a ottobre e l’estate alle prime rinfrescate, in questo momento mi trovo un po’ disorientato. Pechino è alle spalle come ho già detto, è la nuova pseudo-condizione che ancora non mi calza a pennello ma è tutto un discorso relativo alle abitudini, ad una routine quasi ventennale. Non seguire più le lezioni e lavorare in modo e con ritmi diversi rispetto a prima sono le due novità principali con le quali mi sono iniziato a misurare negli ultimi dieci giorni. In ufficio sono cambiate un po’ di cose, gli impegni e le mansioni, meno lavoro di segreteria dietro alla scrivania e molto più impegno legato agli eventi veri e propri. Preparazione ed allestimento della parte tecnica in auditorium oltre che la gestione dell’evento stesso. Preferisco questo incarico, è più divertente e soprattutto più dinamico, mi piace anche vivere quella parte manuale che ogni tanto ti regala qualche soddisfazione in più. Lavoro maggiormente ma sono più contento. Il lavoro della tesi è partito del tutto, lo studio lo sto alternando al lavoro ma questa settimana sono comunque riuscito a leggere due dei quattro articoli fondamentali. Non sono ancora dentro completamente alla dimensione tesi, forse perché ho parecchio tempo a disposizione e non vivo quell’impegno costante e tassativo di fare un passo in avanti ogni giorno necessariamente. Il bello arriverà presto quando bisognerà iniziare a scrivere e a raccontare, a quel punto sicuramente mi renderò conto meglio del mio lavoro e capirò di essere realmente in volo. Mi sto riassestando, sto trovando le nuove misure ai diversi impegni, questi ultimi cinque mesi non saranno semplici, di certo saranno intensi, spero belli e magari degni di chiudere un ciclo meraviglioso. L’inizio è stato ambiguo e me ne sono subito reso conto, ci sarà da stringere i denti e lavorare, da qui alla fine sarà così per forza di cose.