Live from Budapest/3

La cosa paradossale, che di fondo conferma ciò che dicevo ieri sugli spagnoli, l’ho vissuta stamattina per entrare alla Sinagoga di Budapest, la più grande d’Europa. Dove aver acquistato il ticket, la cassiera mi ha chiesto se ero spagnolo per la guida, io cortesemente le ho risposto di no, specificando la  mia nazionalità. Una volta accadeva il contrario, agli spagnoli chiedevano se erano italiani, ora no, s’è capovolto tutto e questo perché gli amici iberici sono ovunque, ci hanno sostituito.

Mi è piaciuto molto il giro in Sinagoga, il museo ebraico e il parco della memoria, più tardi sono andato alla chiesa di Santo Stefano, a mio avviso splendida.

Mio padre stamattina si è recato in un cimitero qui vicino Budapest per andare a visitare la tomba di un suo amico e così sono rimasto solo, una condizione che mi ha spinto ad entrare anche in uno dei tanti casinò. Ho perso 3.60 euro alla roulette, fregato dalle indicazioni in inglese che non mi ha permesso di entrare in gioco come piace a me. Ho puntato solo sul colore, un tipo di scommessa che alla lunga è poco emozionante. A breve mi ricongiungo con papà, dopo vedremo il da farsi: palazzo imperiale o cittadella. Tutto questo prima di tornare al delizioso ristorante italiano di ieri sera in cui andremo nuovamente poiché trasmetteranno l’Inter, e quando chiama il Biscione non c’è tempo, distanza, fusorario o impedimento che tenga.

Il clima non è ottimo: fa freddo, 17 gradi più o meno, un po’ di vento e cielo coperto, in compenso, non piove più da stanotte, sembra di essere a Piccadilly Circus e non ad Oktogon.

 

Vi saluto, buona serata da Budapest!