WordPress mio, come sei complicato

Gia’ ho poco tempo, gia’ ho mille cose da fare, ci mancava soltanto questo passaggio a WordPress. Non ci capisco nulla, il pannello di controllo e le impostazioni non sono troppo facili e tanto meno intuitive. Non mi piace. Non si capisce come ripristinare le statistiche, il traffic feed e gli album, non riesco a mettere la colonna di Twitter, ci sto provando in diversi modi, ingegnandomi e cercando sul web ma non trovo soluzioni. Temo che dovro’ perderci un giorno intero per capire. Forse ci sono molto cose in piu’ rispetto a prima e non riesco a comprendere tutti gli strumenti e a sfruttare le potenzialita’ di questa nuova piattaforma. Non lo so, resta il fatto che il passaggio in questione mi sta urtando e non poco.

Per il resto, un’altra settimana sta per volgere al termine. Anche questa e’ stata piuttosto rapida, ma allo stesso tempo carica di cose e ricca di situazioni, positive e negative. Il mio pezzo su Auschwitz e’ stato pubblicato nell’ultimo numero e sono stato ben felice di notare come le modifiche e le correzioni siano sempre meno, nel frattempo invece ho iniziato a scrivere un pezzo relativo al Natale in Italia. Ho provato a essere imparziale, ma poi, di fondo, mi sono reso conto che stavo raccontando il mio Natale o comunque ho preso partcolarmente spunto dal modo in cui si vive questa festa a casa mia. Mancava soltanto che scrivessi che se il pranzo del 25 non si fa da me, mi girano mortalmente le palle e il Natale mi va per traverso.

Non mi va di parlare di Thohir, evito di esprimermi ancora su un proto-pseudo brivido avvenuto in settimana, continuo a essere perseguitato dalla fantasia di mangiarmi un pezzo di pizza bianca ed infarinarmi la faccia dopo tre bocconi. Il fine settimana e’ alle porte e sara’ l’ultimo che passero’ in quel di Crumlin, come gia’ anticipato, traslochero’ nuovamente a breve. Ormai faccio quello che fa il blog, e allora cambio casa anche io.