“La ragazza che sta alla fermata dell’autobus…”

Quando incontriamo personaggi del nostro passato, con i quali non condividiamo la quotidianità, diventa quasi scontato rivangare ricordi, momenti e sensazioni. La scorsa settimana ho visto due volte in pochi giorni “Fermata”, due occasioni pianificate e cercate in cui abbiamo trascorso delle ore in grande sintonia.

Tornando a casa pensavo che la ragazza di Pantelleria non riesce a uscire dalla mia vita perché la lego a un certo periodo che spesso ritorna nei miei pensieri. Pur non volendo, malgrado il tempo e le situazioni, la mia mente vaga nel passato e si imbatte frequentemente in quegli anni: 2008 e 2009. Quelli erano segmenti di grande entusiasmo, nel bene e nel male, di battaglie, di incazzature, periodi in cui era forte la consapevolezza che tanto qualcosa sarebbe successo, che la strada era lunga e il divertimento era assicurato.

Pagherei per ritrovarmi in macchina con lei, con il primo sole primaverile di ritorno dall’Outlet di Castel Romano, con la radio accesa, il finestrino leggermente abbassato, io che cambio stazione un attimo e sento che il Chievo ha pareggiato a Torino e vedo lo scudetto avvicinarsi, con Pasqua che incombe e le ultime giornate di lezioni da vivere.

Sono legato a questa persona perché rappresenta esattamente quello spazio di tempo, ovviamente tutto non si riconduce solo a quello ma anche se mi avesse investito con un trattore continuerei a tenerla a mente per ciò che rappresenta. Fermata è quello. Nel bene e nel male. Mentre tornavo a casa, ripensavo a tutto questo e al fatto che mi ero dimenticato ancora di chiederle scusa per un episodio. Sì, se c’è una cosa che mi pento di aver fatto negli ultimi 26 anni è di non averla salutata una volta, a maggio del 2009, dopo una serie di litigi, nel corridoio davanti l’aula T33. Lei mi salutò, io la guardai e tirai avanti deciso e impassibile. Ho sbagliato, se potessi tornare indietro eviterei un comportamento del genere.

Le chiederò scusa, lo farò, glielo devo perché è giusto, così come andare a Pantelleria una volta nella vita e raccogliere questo invito che dura da anni. Prima o poi, come le ho detto, andrò all’appuntamento col destino. Sul Moleskine alla pagina dei nemici Fermata non ci finirà mai, per ciò che rappresenta e per quello che racchiude.