Dormire lì

Alla fine è successo che per una serie di coincidenze e un po’ per comodità, sono rimasto a dormire da mia nonna. Una cosa che fino a qualche anno fa non avrebbe meritato nemmeno mezza riga di un post semplicemente perché era normale amministrazione, routine. Da anni non è più cosi, dalla fine del liceo di fondo, ma stanotte invece, dopo due anni ,sono tornato a dormire in quella che sostanzialmente considero casa mia. L’ultima volta era stata il primo luglio del 2012, dopo la sfortunata finale dell’Europeo contro la Spagna, tornando dal Circo Massimo rimasi lì a dormire, mia nonna non c’era ed il giorno dopo sarei dovuto andare in redazione prestissimo. Stavolta i motivi erano ben differenti, nessuna finale di mezzo e nessun impegno lavorativo ma una comodità semplice e pura. Ho impiegato un po’ a prendere sonno, come sempre d’altra parte, forse perché la situazione mi ha riportato indietro a quando dormivo lì, a quando questo appuntamento era fisso il venerdì e la domenica. Una sequenza infinita di ricordi e dettagli, una lista interminabile di attimi, come il profumo del pane bruscato quando mi svegliavo, la tazza del tè preparato da mia nonna con dentro tanto zucchero e limone. Lo zaino preparato rigorosamente la sera prima e lasciato sulla cassa panca in corridoio, la finestra da cui sbirciavo il tempo e annusavo l’aria di una giornata pronta a cominciare. Lì ho vissuto le corse affannose per prendere il 111 alle 7.21, o la camminate più serene per raggiungere la metro dal 2003, le strade umide del mattino, l’odore dell’androne del palazzo, il rumore del portone, le macchine parcheggiate sempre allo stesso modo, le foglie bagnate a terra che si appiccicavano alle suole delle scarpe. Paolo seduto sui gradini della scala che attendeva me e Ramona per andare insieme a prendere l’autobus. Stamattina non c’era nulla di tutto ciò naturalmente, ma ho sorriso quando ieri notte ho visto che lo spigolo della scrivania non toccava il letto nel solito punto ma era più spostato a destra, e da vecchio “esperto” ho capito che le cose non erano state sistemate e riordinate come al solito. Pensieri, magari banali, ricordi che si accavallano a vecchie sensazioni, come quando si scendeva sotto al cortile a giocare e non esistevano ne Facebook e nemmeno la Playstation e la voglia di sbucciarsi le ginocchia sull’asfalto o sul brecciolino era una calamita troppo forte da cui fuggire.

Casa di mia nonna, appunto, ho dormito là stanotte, dopo tempo, ma è sempre un qualcosa di diverso e speciale, qualcosa che non si può racchiudere nel riposo notturno tra un giorno e un altro.

 

Frase del giorno

Serena: “Beato te Mattè che puoi portare ancora tua nonna a fare le analisi o accompagnarla a fare la spesa…beato te”.