49 motivi

Ecco una lista con un sacco di validi motivi per partire, per andare all’estero, per vivere un’esperienza in un altro paese. Di motivi ce ne sono tanti, almeno 49.

Tratto da Scambieuropei.info.

 

1. Per imparare una nuova lingua.

2. Per scoprire nuovi modi di fare colazione.

3. Per fare nuove amicizie.

4. E per viaggiare gratis nelle città dei tuoi nuovi compagni.

5. Perché potrai raccontare ai tuoi amici le avventure che hai vissuto.

6. Per vedere le cose buone del tuo paese.

7. E per vedere, da una prospettiva diversa, quelle che ti fanno vergognare.

8. Per sentirti un guida turistica quando verranno a trovarti i conoscenti.

9. Perché potrai cantare canzoni imparate a memoria in un’altra lingua, sbagliando sicuramente la pronuncia di buona parte delle parole.

10. Per capire quanto è importante la tua famiglia.

11. E quanto ti mancano i tuoi amici di sempre.

12. Per sapere cosa significa veramente riempire una valigia.

13. Per conoscere te stesso.

14. Perché sbaglierai in continuazione quando inizierai a scrivere e parlare in un’altra lingua, ma niente ti darà soddisfazione come imparare qualcosa di nuovo, giorno per giorno.

15. Per scoprire nuove ricette.

16. Ed essere lo chef più richiesto una volta tornato a casa.

17. Perché la tua mente si aprirà.

18. Per stupirti delle differenze (anche di quelle dei Fast Food).

19. Per avere il tuo pezzettino di città, fuori dalla tua città.

20. Perché ti ubriacherai con bevande prima sconosciute.

21. Per crederti il re degli aeroporti.

22. Per ridere con le barzellette straniere.

23. Per sentire la mancanza della pasta, della pizza e ovviamente del buon caffè, preferibilmente espresso.

24. Per cancellare alcuni dei pregiudizi che avevi sui tedeschi, sugli anglosassoni, sugli asiatici, sugli spagnoli e così via.

25. E per renderti conto che alcuni di questi sono anche veri.

26. Per abituarti a un nuovo orario.

27. Perché non potrai più fare a meno di quel cibo che mai e poi mai troverai nel tuo paese.

28. Per mangiare delle cose davvero buone.

29. E delle cose che non ti piaceranno affatto.

30. Per provare il brivido e l’emozione di flirtare in una lingua diversa.

31. Perché troverai i migliori bar nei posti più inaspettati.

32. Per vedere che i reality sono brutti come quelli in Italia.

33. Per conoscere tante persone incredibili.

34. Perché ti accorgerai che nessun ristorante cinese, nel bene e nel male, è come quello del tuo quartiere.

35. Per scoprire nuovi sport.

36. Per conoscere i paesi vicini.

37. Perché ogni giorno sarai colpito da piccoli dettagli.

38. Per essere felice quando ricevi una chiamata Skype.

39. Perché tua nonna userà Skype.

40. Per scattare delle foto nei posti in cui sempre avevi sognato di andare.

41. O nei posti in cui mai avresti immaginato di passare.

42. Per comprare i giornali e i magazine di altri paesi.

43. Per vedere i film in versione originale.

44. Perché proverai fascino e stimoli diversi nello scoprire storie di altre culture.

45. E perché alcune ti verranno raccontate da persone affascinanti.

46. Perché in qualche modo sentirai di appartenere a due mondi diversi e a nessuno di essi

47. Per identificarsi in nuove maniere di pensare a secondo del background.

48. Per crescere.

49. Perché lo ricorderai per il resto della tua vita.

 

Autrice: Nerea Crespo

Primo maggio

Il primo maggio è il capolinea del freddo, del brutto tempo, lo spartiacque fra estate e inverno, più del 21 marzo, più del cambio dell’ora. Un mese fa avevamo il maglione, fra un mese saremo già al mare, faremo tardi tanto il giorno dopo sarà festa. Beata Repubblica. Giornate cupe e nuvolose, instabili e con scrosci d’acqua, hanno lasciato il campo, dentro quel senso tiepido di maggio, il colore più netto del cielo, il primo bisogno di dissetarsi. Primo maggio, tutti a casa, o meglio tutti in strada, prati e fave, fiasco del vino e grigliata, l’Italia nella sua essenza cortese e casareccia.

Ne ricordo diverse di queste giornate, quella più lontana nel tempo ma non nella memoria è del 1994, ero al mare, a Torvajanica, sette anni sono pochi ma non pochissimi per ricordarmi la radio che dentro la nostra Regata bianca parlava di Ayrton Senna in fin di vita. Imola, Gran Premio di San Marino, una curva, quella del Tamburello, e l’impatto. La fine. Uno shock, forse il primo, quelli che ricordi per bene perché sono indelebili e non conta se sei ancora in prima elementare.

Oppure, ripenso al 2002, io in veranda a capotavola, mia nonna sul divano in sala. Le equazioni, un quaderno a quadretti, la fatica e le difficoltà, ma soprattutto la testa già rivolta al 5, sì a quel 5 maggio, quattro giorni dopo. L’attesa. Poi ci sono memorie più vicine, la passeggiata a San Pietro nel 2011 per la beatificazione di Giovanni Paolo II, tre anni fa, lontano ma particolarmente attuale ora che è santo, oppure lo scorso anno, niente festa perché oltremanica non si celebra e quindi lezione a scuola in attesa del Bank Holiday del lunedì dopo, con il biglietto in tasca per Liverpool e l’emozione galoppante di un ritorno.

Sento la Camusso parlare nel frattempo: lavoro, sindacati, chiacchiere come sempre, difficile credere a chi guadagna uno sproposito e beneficia di mille ingiustificati privilegi, ma la faccia sporca di questo paese sono anche questi indecifrabili controsensi, come quelli che applaudono poliziotti condannati, colpevoli di aver ucciso un ragazzo 18enne e si arrogano il diritto di avere ragione. Come fanno tutti d’altra parte, perché qui non sbaglia mai nessuno.

Buon primo maggio