Tutto di fila

Avevo deciso di farlo venerdì scorso e poi non l’ho più fatto, anzi, non è stato più possibile farlo. Un segno del destino secondo me, una specie di rinvio magari. Volevo riaprire una pagina perché era il tempo, non lo so perché era il tempo in verità, ma rispetto agli ultimi quasi 4 anni a un punto ho sentito il desiderio, quasi una necessità di fare questo passo. Poi però giovedì pomeriggio mi hanno detto che dovevo comunque lavorare e il venerdì non potevo stare a casa in ferie, a non fare nulla come avevo pensato. Nulla poi, nemmeno tanto. Aprire Facebook, il mio vecchio profilo, non quello farlocco attivo solo per ragioni di lavoro e commerciali. Aprire il mio account dicevo, fare un giro e andare anche dove non dovrei, ma sento che vorrei. Chissà perché, chissà perché ora.

Forse perché a un certo momento devi mettere un punto, devi magari farti una passeggiata in solitaria nel giardino dei tuoi fantasmi e uscirne con le tue gambe. In qualche modo. Un passo da fare e che stava per consumarsi. Adesso devo aspettare di avere quella strana e insana voglia, che si allinea lì, fra l’incoscienza e la lucidità, come quando c’è un richiamo troppo forte e attraente che non puoi più far finta di non sentire. Magari succede presto, magari no, forse passerà qualche altro anno, magari tolgono Facebook e non ci sarà più modo nel frattempo.

Qua intanto c’è gente che continua a sposarsi, il Catto a sua insaputa è diventato un sex-symbol, Alfredo è tornato in Brasile, c’è chi parte e chi se ne va, ma fra pochi giorni iniziano gli Europei e significa una cosa sola: estate. Fa caldo ora, all’improvviso il tempo che non ti aspetti, come se avessero spento l’interruttore del freddo, accesso quello del caldo e girato la manopola al massimo. È diversa questa città con il caldo, me lo ricordavo, cambia molto, diventa più accogliente, forse perché caldo e accoglienza sono due concetti che vanno di pari passo sotto ogni prospettiva.

E poi? Poi la vita scorre normale, alcuni giorni volano, altri si trascinano, alcune volte va bene, altre meno, tutto molto in linea con quello che di fondo è la vita. Il barbecue, la partita del torneo di calcetto, il patio e i primi drink all’aria aperta, tanto verde e un profumo diverso, come quello respirato giorni fa alla spiaggia, davanti l’Ontario. Sabbia, sole, i bagni pubblici (ben tenuti) e quella improvvisa sensazione familiare che ti regala una giornata di fine maggio a Woodbine, ma quando chiudi gli occhi e non senti i rumori di chi strilla vicino, potresti essere a Ostia, o sulla Riviera.

Il tempo svela sempre chi sono le persone, può servire qualche passaggio in più, ma alla lunga, a volte nemmeno troppo lunga, tutto esce a galla e la gente si rivela per quello che è. Opportunismo, e non solo. A me l’opportunismo sta sulle palle, forse per questo ho sempre odiato Inzaghi, e quelli che fanno di questo modo di fare una bandiera del loro modo di essere, pur cercando di nasconderlo. Più vado avanti e meno mi sorprendo, forse è bene, in alcune circostanze invece sarebbe bello anche lasciarsi meravigliare, ma alcune persone, ad esempio, lo sai che prima o poi, magari in maniera involontaria e sciocca, si spoglieranno e faranno vedere chi sono.

Non mi piace la gente poco organizzata, quelli che scendono a fare il bucato e sulla tessera non si ricordano di avere credito sufficiente, ma come fanno? Di che vivono? A che pensano? Non penso che io ricordo cose futili e banali perché non ho meglio o altro a cui pensare, questa sarebbe infatti la prima risposta di quelli che vanno a fare il bucato e non si ricordano di avere credito sufficiente. Una risposta arrogante, da intellettuali impegnati, da finti coinvolti in chissà che. Non mi piacciono, puzzano di disordine e di caos, di idee ammassate e piuttosto confuse, un po’ come i panni e i vestiti che infilano nella lavatrice. Dicono molto di loro, come di me e di tutti quanti in fondo. Dice molto anche il fatto che paghi 80 centesimi due banane con la carta di credito, e sei un idiota, e allunghi la fila e non prendi manco i punti. Perché lo fai allora? Tira fuori 3 monete e risolvi tutto invece di fare cose così, ma tanto sarai punito per questo, almeno deve succedere indubbiamente.

Che poi a me stagioni così mettono paura, perché sapevo che la Virtus sarebbe retrocessa, e che quelli non so perché e non so come, saliranno e ci sarà sto sorpasso. E questa cosa la trovo maligna, per qualcuno sarà il coronamento di una vita, a me certi cambiamenti stanno profondamente antipatici. In fondo, rimango un grande conservatore per molte cose e parecchie gerarchie.

Ho raccontato cosa succederà nei prossimi 18 mesi a un mio amico, nemmeno tanto per gioco, ma quasi con una severa certezza. Diciamo, quello che avverrà a partire fra qualche settimana fino verosimilmente al termine del 2017. Io ci credo, mi pare tutto fattibile e lineare, un pensiero che mi ha accarezzato giorni fa quando andando alla spiaggia riflettevo sulla fortuna di quelli che vivono in posti di mare e a un punto dell’anno, uscendo dal lavoro, possono andare ogni giorno un paio di ore in spiaggia. Regali dal valore inestimabile, qualcosa di grandioso a cui parte di me in fondo ambisce.

Vai a capire poi la storia di questi cinesi, chi sono, cosa vogliono, cosa ci aspetta, vedremo, è giugno intanto, fra un po’ finiscono le scuole, iniziano gli Europei (l’ho detto ma mi ripeto) e in questi momenti vorrei essere sempre e solo nei pressi del cancello grigio di Via Tedeschi.

Perché quelle sensazioni non passano mai di moda e sono sempre belle, un po’ come quando non lo sapeva e si spostava i capelli dal collo in quel modo tutto suo.