13 anni di blog

Credo di aver detto spesso questa cosa, ossia che il 17 novembre del 2007 mai avrei pensato di ritrovarmi qui anni dopo a scrivere ancora qualcosa su questo dominio, ad aggiornare il blog.

Sono passati 13 anni ormai e malgrado la mia frequenza sia calata, il pensiero che esista questo luogo, che racchiude così tanto, c’è sempre.

Celebrare questo anniversario in una pandemia è qualcosa che mancava, ne avremmo fatto a meno ma ci siamo dentro ancora una volta fino al collo e speriamo di mantenere la bocca fuori per respirare e non affogare.

Gli ultimi dodici mesi sono stati problematici in un modo imprevisto, ma in un certo senso essere qua a parlarne è sempre un bene, è quel punto che alla fine ci ricorda che ci siamo, nonostante tutto.

Giorni fa pensavo a come questa ricerca di lavoro mi abbia catapultato al 2014, indietro di 6 anni, in questo stillicidio di CV, applicazioni, “no” che piovono senza sosta e speranza che domani sarà il giorno fortunato.

Rispetto a 6 anni fa ho decine di competenze in più, una carriera lavorativa formata e qualcosa da poter aggiungere e portare a chi mi assume, la differenza è che oggi prima di tutto c’è un virus che circola e chissà come e quando si arresterà.

Sono settimane molto uguali, in cui si perde il senso del weekend, a volte il tempo è scandito da ciò che trasmette la tv con i suoi palinsesti che non ammettono strappi.

È tempo di castagne, vino novello e giacche più pesanti. Luci accese già a metà pomeriggio, panettoni che iniziano a spuntare e coraggiosi negozianti che addobbano con sfacciato anticipo i loro locali con decori natalizi.

Andiamo avanti, a corrente alternata, guardando la quotidianità senza mai provare a perdere la lucidità – obbligo che devo a me stesso – in attesa di qualcosa, di uno spiraglio, possibilmente prima di festeggiare il 14esimo anniversario del blog.

 

P.S.

Inter Legends – Stagione 1       

Qui il link per i 5 episodi

https://www.youtube.com/watch?v=OiPzENl-Adk&list=PL69iguKbWRtyiDK7YjABkh-OquYvCGphY&ab_channel=MatteoCiofi

3 anni fa

Tre anni fa era il mio primo giorno di lavoro a Toronto, ma soprattutto iniziava realmente la mia nuova avventura canadese. Tre anni di lavoro nella stessa azienda non sono pochi quando ne hai 30, e non sono pochi considerando questa durata in un mercato lavorativo come quello nord-americano, fatto di continui spostamenti e challenge, e non sono pochi nemmeno se traslati nella realtà italiana per ragioni ben diverse.

Tre anni, ma a me, ovviamente, sembrano molti di più, indubbiamente per la quantità di cose fatte e imparate, così come per il numero di persone incontrate e situazioni vissute.

Ho imparato moltissimo, ma questo è quasi naturale in certi contesti e soprattutto dopo un po’ di tempo. Ho più che altro approfondito e sperimentato una quantità davvero notevole di idee.

Da qualche mese, grazie anche a quel 13 gennaio 2015, sono tornato a Roma, a fare il corrispondente. Era un po’ il mio pallino ed un obiettivo che vedevo lontano ma che ho sempre tenuto a mente fin dal giorno in cui sono partito.

Ho avuto finora la fortuna di far parte di una azienda veramente speciale, dove rispetto e collaborazione sono aspetti basilari e mai di contorno. Dove c’è un occhio di riguardo alla parte umana, a quanto sei capace sicuramente, ma in particolar modo a chi sei. Al modo in cui ti sai rapportare anche con gli altri.

Ho imparato molto e da diverse persone, con una costante però: come già capitato in passato, alla fine ho sempre imparato da chi non si è mai messo nel ruolo di colui che voleva insegnarmi qualcosa per forza.

Ho avuto la possibilità di fare qualche viaggio, di vedere e vivere davvero un mondo diverso. Se la crescita professionale è stata grande, quella umana ha superato qualunque altro elemento. Mi auguro davvero infatti che in questo 2018, nonostante la solitudine e l’irregolare vita del corrispondente avrò altri insegnamenti da apprendere.

Ho sempre avuto un rapporto piuttosto conflittuale con Toronto, a volte forse esagerato, anche perché non vedevo da un punto di vista ciò che mi stava dando sotto traccia, di certo, negli ultimi tempi quell’astio si è tramutato, e oggi, forse anche grazie alla lontananza, posso rivalutare e vedere in modo diverso alcune angolature.

Tanto mi è stato dato, abbastanza credo di aver restituito a chi mi paga ogni 15 giorni. Continuo a impegnarmi sempre più perché ho ricevuto in dono la possibilità di fare il mestiere che desideravo e non passa un giorno che non mi ricordi questo, perché nella mia testa non deve assolutamente passare il messaggio che a un punto sia normale, scontato o quasi dovuto.

Ho avuto molto e tante cose a volte non si possono nemmeno spiegare, ma di regali ne ho avuti abbastanza, come quello che è in arrivo, roba grossa, importante.

Ecco, quella sera del 12 gennaio 2015, la mia prima sera in Canada, davanti a un filetto di carne con fagiolini bolliti, a casa Garin, non avrei mai immaginato tanto.

Sette anni dopo…io sono ancora qua

Sette anni fa non pensavo a come sarebbe stato questo blog nel 2014, non credevo nemmeno che durasse così tanto tempo, iniziai un sabato sera per gioco, con il gusto di cimentarmi in qualcosa di nuovo, non per seguire le tendenze ma più che altro per sperimentare le mie abilità informatiche da autodidatta. È passato veramente tanto tempo da quella sera e dopo 84 mesi è arrivato il momento di celebrare quest’altro anniversario, 7 anni di vita e quasi mille post.

A quei tempi c’era già Facebook ma la community di Zuckerberg non era ancora così nutrita, Twitter era stato inventato da un anno e aveva pochissimi iscritti, MSN recitava ancora un ruolo importante nelle chat al posto di Whatsapp. Sembra passata un’era ma poi scorri la pagina dell’organigramma dell’Inter e vedi che alla voce allenatore c’è sempre Roberto Mancini e qualcosa ti riporta indietro a quei tempi lontani, forse un pizzico meno distanti.

Un mese fa, in funzione di questa ricorrenza, ho riportato volutamente il blog alla sua veste iniziale come colori e header, è evidente però come sia cambiata l’anima di queste pagine, è palese come si sia evoluta per temi e profondità.

Raramente rileggo post passati, ma quando mi capita e magari faccio dei salti fra anni diversi, mi stupisce la chiara differenza nello scrivere, il modo diverso, la capacità di esprimere meglio pensieri e idee. Sperimentando alla lunga si migliora, al di là del quanto, è importante vedere dei progressi e credo che sotto questo aspetto lo sviluppo sia lampante. Ci vuole pazienza e disciplina nel tenere qualcosa vivo, spesso è sufficiente la passione, la scrittura per quanto mi riguarda contiene questi tre ingredienti. Inevitabilmente tutto ciò ha reso più facile il percorso del blog, il suo essere acceso e aggiornato, valvola di sfogo e specchio. Tralasciando il piacere della scrittura e il gusto di sentirsi liberi di appuntare su un foglio word qualcosa, indubbiamente l’abitudine ad esprimermi in questo modo è stata una chiave di introspezione e per certi versi di conoscenza personale.

Fra filtri e censure dovute, sono riuscito comunque a puntellare questi anni con ricordi, emozioni e racconti, e solamente dopo tanto tempo, dopo anni, capisci il valore di un blog. Rileggendo qualcosa, ritrovando dei punti di riferimento, riavvolgendo il nastro, hai sempre il modo per ricollegare tutti i passaggi, non corri il rischio di cancellare nulla e hai la possibilità di attingere a dettagli, puoi ripercorre momenti indelebili.

Se devo augurarmi qualcosa desidero che il blog continui a mantenere una sua anima spensierata, fra riflessioni nostalgiche e accenni di entusiasmo, goliardia e pause sceniche. Spero che sia ancora luogo di incontro e punto di riferimento, anche per pochi, ma soprattutto che trovi sempre la forza di rimanere in piedi.

Sette anni dopo, nonostante tutto, ci siamo.

 

Col cuore che batte più forte

la vita che va e non va,

al diavolo non si vende, si regala!

Con l’anima che si pente metà e metà,

con l’aria, col sole,

con la rabbia nel cuore, con l’odio, l’amore,

in quattro parole…

io sono ancora qua!