Waiting for

Prendo spunto da una frase dell’inarrivabile Teoria, che proprio l’altra volta, mi spiegava il fatto secondo cui, ciascuno di noi, in fondo, attende sempre qualcosa. Ha ragione l’unica ed impareggiabile amica, nonostante tutto, aspettiamo sempre un episodio, una situazione o una persona. Nel mio personalissimo caso, oggi, attendo tre cose. Quotidianamente le mail di Mr. Romano che tardano puntualmente, un brivido di qualsiasi natura e quella famosa data di metà dicembre. Partendo da quest’ultimo elemento, non vorrei lanciare stupidi e falsi allarmismi ma credo di essere assolutamente in ritardo sulla “tabella di marcia tesi”, e stavolta, certamente non per colpa mia. Di ritardo in ritardo, qui il tempo scorre e il lavoro subisce ripetuti stop che sono tutt’altro che essenziali. Non vorrei che il mio ingresso in Aula Moscati da protagonista, fosse nuovamente rinviato, è una possibilità remota, ma che non bisogna scartare a priori vista la situazione. Se Gabriele afferma che ormai il professore ha firmato i fogli, io rispondo che al giorno d’oggi, firme, documenti e fogli ufficiali, valgono quanto i tovaglioli di carta per mangiare. O parafrasando Marilyn Monroe ne Gli Spostati, potrei dire che talvolta è sbagliato persino ricordarsi delle promesse, figuriamoci dei documenti. Detto questo, se i primi d’agosto scrivevo “Sei giorni. Da martedì a domenica sono stato letteralmente travolto da un uragano di brividi”, oggi pare passata un’era geologica, dove è finito tutto ciò? Non lo so. Aspettando ogni tipo di brivido, volevo dire che sono felice di una cosa, ieri sera, finalmente, qualcuno ha espresso un giudizio positivo su questo blog. In evidente controtendenza con il resto del pubblico, ha affermato che da un po’ di tempo, la narrazione è migliore rispetto a prima, se lo dice lui, io ci credo.

Frase della serata

Gabriele: “Sennò rimaniamo per mesi impantanti dentro questo stagno, con le ranocchie che ci saltano in testa”.

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