Tre verità di venerdì

Un venerdì normale, senza particolari colpi di scena, ma che mi ha consegnato una serie di verità, alcune nascoste, altre che invece sono state ulteriormente ribadite. In ordine cronologico, questo è il resoconto.

 

1) Francesca è “più forte” di me. Fondamentalmente lo sapevo, ora ne ho la certezza. Nella settimana del caso-non caso, del finto polverone, questo è ciò che è emerso. Infastidito da altre situazioni, questa vicenda stava aumentando ulteriormente il mio malumore, pertanto, ho deciso di riporre le armi e l’ho fatto in maniera anche piuttosto simpatica, su questo ultimo aspetto, ho ricevuto anche i complimenti dalla controparte (“Stai facendo passi da gigante”).  Dato che tutto in conclusione è stato risolto come una “grande burla”, posso dire di aver tenuto bene fino all’ultimo, poi, negli ultimi dieci minuti di partita ho mollato, regalando il successo al mio avversario, detto questo: viva Special a prescindere.

2) Il pomeriggio è proseguito in palestra, dopo il classico allenamento, mi sono fatto convincere da Vincenzo a seguire una lezione di AAS. All’interno di una sala, ci hanno dato delle pedane/tappeti elastici tipo Luna Park e poi abbiamo iniziato a saltarci sopra facendo mille esercizi. Tutto questo ha evidenziato di fondo una cosa: sono scoordinato nei movimenti, soprattutto se devo andare a tempo di musica, credo di essere stato uno spettacolo pietoso. Mi concedo un paio di attenuanti, come la stanchezza dell’allenamento precedente appena finito, ed il mio esordio assoluto in un contesto tale. La verità è che non sento la musica e mi muovo male, troppo male, faccio ridere.

3) In serata ho deciso di seguire Gabriele e Matteo nel loro impegno settimanale di calcetto. È stata prevalentemente un’occasione per rivederli dopo quasi un mese, ma mi ha permesso di capire una cosa assurda: sono undici mesi che non gioco a calcetto e non tocco un pallone, e non ne sento la minima mancanza. Pensavo che tornando su un campo, una leggera voglia potesse tornarmi, una specie di smania, invece no. È strano come un qualcosa che mi ha accompagnato per vent’anni, non mi attiri più, non ho nessun interesse di giocare, non mi entusiasma, è una cosa paradossale, ma ieri sera, seduto lì in panchina mentre vedevo i miei amici, l’ho capita ancora una volta.

 

Frase della serata (forse anche della settimana)

 

Gabriele:”Magari dice che deve uscire con Foggy*”

 

*Con Foggy voleva intendere Scruffy.