Il Primo dei Primi

C’è un muro nella vita di una persona, un limite che divide la normalità dall’eccellenza. Può essere un momento o una giornata come questa, se hai la forza di superarlo, puoi alzare la testa, guardare la luce e pensare di non avere più confini.

 

L’attesa è finita, domani pomeriggio Antonio detto il Drastico, discuterà la sua tesi e sarà di fatto il primo della “Cerchia” a conquistare questo traguardo. Malgrado tutto, resta ancora un dubbio da sciogliere: nessuno ha capito se la tesi è su Nicola Savino o su Roberto Saviano, ma a partire dalle due, in Aula Moscati, lo scopriremo.

È tranquillo il nostro amico, fin troppo sembrerebbe, questa calma è inevitabilmente anche figlia di un voto già scritto ed in cassaforte, domani sarà veramente una formalità, quasi una passerella.

Il massimo dei voti per chi in questi tre anni ha guidato il gruppo, talvolta in maniera esagerata, definendo ogni cosa, ogni esame “una cazzata”, ma alla fine i risultati gli hanno dato ragione, e questo è ciò che più conta.

Un compagno di viaggio speciale con il quale ho condiviso tutta questa corsa, anche gli ultimi esami sostenuti praticamente in contemporanea. Non bisogna dimenticare però che non è stato tutto in discesa, non a caso è stato il primo a soffrire il “cambio relatore”, ma ha avuto la forza e la capacità di ripartire, come succede sempre a quelli forti. Avere la sua tesi, qui vicino a me, sulla scrivania, è motivo d’orgoglio, come ho già scritto ieri sera, merita il meglio del meglio ed altro ancora.

Tutti in piedi domani, passa Antonio Mastrandrea: è la sua giornata.

Vai Amico.

 

venezia 17.jpg
(Te l’ho detto dieci mesi fa a Venezia in P.zza San Marco, dobbiamo arrivare lassù. Non c’è alternativa).

 

 

Doveva essere il mio giorno…

Doveva essere il mio giorno, ed invece non lo è stato. Per mesi, io e Bianca, abbiamo fantasticato su questa data, ma alla fine, solo lei oggi ha discusso la propria tesi. Mentre lei parlava di linguistica in Aula Moscati, davanti al “Presidente”, io ero a casa in pigiama che mangiavo i Ringo ascoltando Radio Radio. Poteva essere una data speciale, invece si è trasformata in una giornata uguale a ieri e molto probabilmente troppo simile a domani. Peccato, ma stamattina mentre ero in ascensore, pensavo che oggi si è forse consumato l’ultimo atto della mia Dunkerque (la Caporetto inglese) e quindi è bene veramente lasciarsi tutto alle spalle. Potevo essere il primo laureato della “Cerchia”, ma sarò il secondo, sono felice che il mio predecessore sarà uno forte, uno che merita tutto ciò che sta ottenendo, quindi andrà bene lo stesso. Non è più il momento di rancori e lamentele, c’è solo da lavorare e fare qualche sacrificio in più. Se a metà dicembre non parlerò di prostesi eufonica ma dell’ala revisionista del Labour Party, chi se ne frega, sarà bello uguale, o almeno farò tutto il possibile per rendere quel momento comunque importante.

Tutto rinviato di sette settimane quindi.

Sette settimane per riscrivere una storia nata male o sarà pianto e stridor di denti, ma tutto, dipenderà da me. 

calendario_ottobre.png

 

 

La moda e le passioni

Domenica scorsa, Valentino Rossi, ha celebrato il suo nono titolo mondiale, entrando ancor di più nella storia del motociclismo e dello sport italiano in generale. Congratulandomi con questo grande campione, da me mai amato, non voglio tanto parlare di lui, quanto della moda che si è scatenata ormai da tempo intorno a questo personaggio. Non essendo un appassionato di motociclismo e di motori, non riesco ad esaltarmi più di tanto per queste imprese e ancor di più mi dà fastidio un aspetto: i fans passeggeri. Quando mi riferisco a questa categoria, parlo di coloro i quali seguono uno sport, si fingono grandi appassionati e talvolta esperti, ma quando il fenomeno finirà, probabilmente non guarderanno mai più un Gran Premio in tutta la loro vita. Conosco per mia sfortuna tante persone che appartengono a questo genere e sostanzialmente mi fanno ridere, ma allo stesso, tempo mi irritano parecchio. Spesso mi domando una cosa, ma quando Valentino Rossi non correrà più, gliene fregherà ancora qualcosa delle due ruote? Considerando che non ho mai amato le mode e soprattutto i fenomeni di massa come questo, continuo a rendermi conto di come io sia un vero appassionato. Evidentemente preferisco gli sport di squadra, ma ancor di più ho bisogno del senso di appartenenza, quel legame ad un simbolo o ad una comunità; mi piace quello spirito di tradizione insomma, non a caso tifo per l’Inter e per la Virtus. Se dovessi trasferirmi dall’altro capo del mondo per venti anni, potrei stare tranquillo riguardo una cosa: al mio ritorno, su qualche parquet di Bologna, cinque persone con una canotta bianca ed una V nera sul petto, staranno ancora correndo dietro ad un pallone da basket. Proprio quest’ultimo aspetto mi piace e mi entusiasma.

Non è una coincidenza se la mia esperienza a Liverpool mi ha colpito, in questa città ho infatti trovato uno spirito di appartenenza alla squadra che non esiste credo in nessun altro angolo della Terra:”Per voi è una passione, per noi è una religione”.

Questa è la frase che mi sono sentito ripetere in continuazione nel mio soggiorno nel Merseyside.

Non mi piace quando qualcuno desidera far passare le proprie mode per passione, non è la stessa cosa, mi ricordo quando era piccolo ed improvvisamente diventammo tutti appassionati di sci grazie alle imprese di Tomba, ora stiamo vivendo gli stessi momenti con un altro atleta in un altro sport.

Le mode passano come è giusto che sia, è nella loro natura; le passioni invece no, ce le hai dentro e non ti lasciamo mai.

rossi.jpg

 

Brividi sul ghiaccio

Dopo oltre un anno, ieri sera, sono tornato a pattinare in quel del Palaghiaccio, insieme al Drastico e a La Bionda, dato che Martina era reduce da un sabato al paese e Francesca è sempre meno Special e sempre più malaticcia; malgrado tutto,  ci siamo divertiti più del previsto.

Se nell’ultima occasione non era mai andato lungo, stavolta, dopo nemmeno un minuto, ho bagnato il mio ritorno con uno scivolone che è rimasto fortunatamente anche l’unico della serata.

Antonio ormai, sempre più unto dal Signore, ha sfoderato una grande prestazione, così come la Bionda al suo esordio su una pista ghiacciata.

Tecnicamente parlando, la mia pattinata non è stata per niente fluida, ma molto contratta, lo scorso anno a mio parere avevo fatto molto meglio.

Uno dei grandi protagonisti della serata è stato indubbiamente un ragazzo con una maglia a strisce orizzontali che ha regalato uno spettacolo senza pause. Incapace di pattinare, ha iniziato a buttarsi in mezzo alla pista con l’equilibrio più precario del mondo, e più cadeva, più continuava correre. Credo che a fine serata sia scivolato almeno dieci volte, ma prima di andare via, ha regalato le ultime emozioni riuscendo a cadere due volte in dieci secondi, pur essendo attaccato al muro di recinzione.

Questa domenica alternativa, ha visto Antonio conquistare altri tre titoli: campione del mondo di pattinaggio, campione del mondo di equilibrio e campione del mondo chiavi di casa, considerando che siamo entrati in una delle settimane più importante della sua vita, direi che il viatico è piuttosto confortante.

L’ultimo brivido della serata, è stato il mio ritorno dentro il consorzio di Torre Gaia per riaccompagnare a casa La Bionda; dopo oltre sei mesi, devo dire che mi ha fatto uno stranissimo effetto, ma d’altra parte era inevitabile.

 

Dicono che tutto sia comunque scritto, quindi tanto vale che non sudi.

marino.jpg