Il Matrimonio

Tornando da Genova mi interrogavo sul matrimonio, non tanto su quello di mia cugina ma in maniera più ampia, più concettuale.  È stata una bella cerimonia sicuramente: molto rapida la predica del prete che mi ha visto protagonista avendo recitato un salmo sul podio, buono e non troppo lento il pranzo, il posto invece non mi entusiasmato troppo. Gli sposi, emozionati e tesi, si sono sciolti solo dopo l’aperitivo, e mentre mia cugina puliva il pavimento con il suo velo lunghissimo, io mi gustavo quelle scena tipiche di un matrimonio. Gente che si rivede dopo tempo e occupa un paio di ore a parlare di amici in comune e di lavoro, bambini impazienti, le persone anziane ferme sulle sedie come fossero finte ma che si scatenano quando arriva il cameriere con il vassoio a servire. Il tempo non è stato molto bello, cielo grigio e coperto, mai uno spiraglio di sole, poco vento ed una temperatura che ci ha permesso di mantenere il nodo della cravatta stretto fino alla fine. Non ci sarà stata la luce adatta per le foto degli sposi ma il meteo in questo modo non ci ha straziati. Sono stato naturalmente molto contento di aver rivisto mio cugino, lontani per 13 anni di fila, nel giro di 5 mesi ci siamo visti due volte. Durante il pranzo c’è stato spazio per una figuraccia di un cameriere al quale sono caduti almeno 10 piatti di mano mentre tornava in cucina. Al malcapitato è successo tutto ciò al centro del salone, in un momento di silenzio: la più grande figuraccia del mondo. Ero talmente imbarazzato per lui che sarei corso ad abbracciarlo e a dargli una mano. Poco dopo sono partite un paio di canzoni di Ligabue, Vasco Rossi, Amy Winehouse e Doria olè, l’inno della Samp di cui è tifosissima mia cugina. Verso le 6 abbiamo ripreso le auto e ci siamo diretti in Piemonte, con destinazione Ovada (AL). Il giorno dopo sono ripartito per Roma con mio zio, e durante il viaggio ripensavo al matrimonio del giorno prima. Sono un tipo tradizionalista, ma negli ultimi anni ho leggermente cambiato la mia opinione sul matrimonio. Ci credo sempre meno, credo nei sentimenti ma non più in questo passo come consacrazione o lucchetto ideale. Ormai si separano tutti, sembra una moda e a me non piace questo trend, anzi, mi intristisce. In maniera cinica ragionavo sulla convivenza fuori dal matrimonio, mi pare ad oggi la cosa più sensata, risparmi una decina abbondante di mila euro, eviti cerimonie, e soprattutto puoi continuare ad amare chi è al tuo fianco tranquillamente, l’altare  non certifica nulla, se ti sposi, oggi, non sei più innamorato del tuo partner. Nel 2012 questo è il quadro, auguro a mia cugina tutto il bene del mondo ed il futuro più roseo, se lo merita, tanto lei quanto lo sposo, il quale tifa Milan, ma per una volta facciamo finta di nulla.

 

Il Matrimonioultima modifica: 2012-06-05T21:43:38+02:00da matteociofi
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