Estate

L’estate ancora non è iniziata, almeno, non lo è calendario alla mano, ed io sono arrivato alla conclusione che questa stagione non mi piace più, di certo non la preferisco più. Questa evoluzione è dettata fondamentalmente da una cosa, dal fatto che sto crescendo, dagli impegni, dalle situazioni. Per anni giugno ha rappresentato il traguardo, il sogno, il mese atteso per 300 giorni. Quando andavo a scuola l’estate era l’oasi della felicità, i tre mesi più belli dell’anno. Dormivo di più, niente compiti, giocavo tutto il giorno sotto casa di mia nonna: il meglio del meglio. Per sette anni di fila giugno era sinonimo di mare, di Torvajanica, un mese di fila a Via Rumenia dato che prendevamo in affitto un appartamento. A luglio invece era fisso l’appuntamento con il villaggio vacanze, con i miei andavo sempre in qualche mega albergone del sud dove c’era tutto e dove la mia missione era scappare dai fottutissimi animatori del Baby Club che volevano portarmi via dai miei e dalla Gazzetta dello Sport sotto l’ombrellone. Ad Agosto invece, solitamente, si andava in Umbria, una decina di giorni a cavallo di Ferragosto dai parenti di mio padre, in collina, in mezzo al verde. Per anni, le mie estati da scolaro sono state queste ed avevano un fascino enorme. All’università ho iniziato a cambiare un po’ la visione delle cose: giugno e metà luglio sono diventati mesi di studio, continuo e quotidiano per gli esami. Pur non vivendo male lo stress da esami, mezza estate volava via e tu nemmeno te ne rendevi conto. Arrivavi al 20 luglio così, all’improvviso. Negli ultimi anni sono rimasto anche a Roma alcune volte e devo ammettere che un’estate mutilata e per di più a casa non sia proprio il massimo. Questo 2012 invece mi regalerà lavoro fino agli inizi di agosto, al mare ci andrò molto probabilmente in quel periodo, prima sarà dura considerando che non ingaggerò nessun duello sovraumano per ottenere otto centimetri quadrati sulla spiaggia di domenica. Crescendo l’estate ha perso quell’aria magica, non è più il periodo di giochi, divertimenti, mare e spensieratezza. Gradualmente, in questi anni, ho cambiato il mio giudizio su questa stagione: finisce il campionato, si studia e si lavora, pochissimo mare, l’unica cosa positiva dell’estate è il fatto che sia un periodo comodo, ossia un periodo in cui la temperatura ti permette di uscire dalla palestra con i capelli bagnati, ti vesti in 2 minuti, niente cappotto, niente ombrelli dietro. È tutto più comodo, stop. Non so perché ma pensavo a tutto ciò venerdì sera, mentre ero davanti al citofono. In quel momento, mentre ero sudato come se avessi corso una maratona, mi sarebbe piaciuto ritrovarmi a fine novembre con il piumino nel freddo, eccitato dal rientrare a casa e sentire un po’ di tiepido.

 

In the summer time when the weather is high

You can chase right up and touch the sky

When the weather’s right…

Estateultima modifica: 2012-06-20T12:39:02+02:00da matteociofi
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