Stanchi

Appartengo ad una generazione di stanchi. Sono circondato da persone affaticate che si lamentano in continuazione di stanchezza, stress e ritmi esasperati. A me però fanno incazzare. Mi incazzo esageratamente quando sento frasi del genere, non le sopporto in maniera paranormale e devo far finta di pensare ad altro per evitare di rispondere in modo ineducato. Tutti stanchi, sempre.

Sono stanchi quando vanno a scuola, sono stanchi quando vanno all’università, sono stanchi quando lavorano, si affaticano quando fanno sport, sono stressati se hanno un impegno in più del solito. Questa è la tendenza della mia generazione ma non solo, dai 15 anni fino ai 50 siamo un esercito di persone mangiate dalla fatica. Parlo al plurale, uso il noi, dico “siamo” ma la realtà è che detestando con tutto me stesso questo nuovo partito sempre più nutrito io non posso farne parte. Rigetto questa teoria, questo stress, questo non avere mai un minuto. Sembrano tutti manager iper-impegnati, tutti uomini di mondo o business women in carriera. Quello che mi domando sempre è se non si rendono conto che sono anche abbastanza ridicoli nel momento stesso in cui dichiarano certe cose. Temo di no, e questo mi preoccupa particolarmente, proprio perché altrimenti direbbero altro.

È da quando andavo al liceo che ho iniziato a sviluppare questo fastidio verso i lamentosi, quelli che fanno tutto loro e che sono sempre stanchi, talmente affaticati che non si come mai poi la sera fanno le 2 per cazzeggiare su Facebook. Le mie cugine sono stanche e vanno al liceo, penso sempre a quando raccontano le loro fatiche d’Ercole di teenager del terzo millennio a mia nonna che alla loro età era nel bel mezzo di una guerra mondiale. Aveva 13-14 anni e partiva in treno da Genova per andare in Piemonte a cercare un po’ di farina, qualcosa da mangiare, e viaggiava sui respingenti dei convogli. Faceva la borsa nera, ha rischiato qualche fucilata e viveva un’Italia triste e drammatica. Cosa può rispondere una persona del genere a una nipote che si lamenta della stanchezza per aver magari studiato un capitolo in più? Non lo so. Di certo non gli dà mai ragione e lo so per certo. Essendo cresciuto con lei mi sono sempre guardato bene dall’evitare certe espressioni, un po’ perché fuori luogo e poi perché mi sembrano veramente prive di rispetto. Certo, ognuno è figlio dei propri tempi, ognuno vive le difficoltà della propria epoca ma la tendenza nel dire “Sono stanco – Sono stanca” ha rotto i coglioni, almeno a me.

Non mi sono mai lamentato della fatica, vedevo ai tempi dell’università persone che morivano nella sessione d’esami aggiungendoci il problema caldo e trovavano sempre scuse, a me hanno sempre dato fastidio, erano talmente stanche che poi dominavano la movida romana di notte.

Mi è capitato di sentire anche persone che vanno in vacanza e tornano più stanche di prima, evidentemente è un vizio, nomini la stanchezza come quando vedi un conoscente per strada e gli chiedi “Come va?”. Rimango sempre più basito dall’esagerazione e dal modo in cui si esaspera ormai la dimensione fatica-stress, a me può scappare dalla bocca qualche volta “Ho sonno” semplicemente perché ho un rapporto complicato con il dormire, ci vogliamo bene ma non riusciamo a stare bene insieme. Raramente ho pronunciato la frase “Sono stanco” quando è capitato era più che altro un “Ho sonno, ho dormito male e ho un certo rincoglionimento addosso”.

Adesso è agosto, dai, riposatevi, non vi affaticate e provate a non dire per 48 ore che siete stanchi. Rilassatevi. Non sono mentalmente pronto a sentire le vostre lamentele a settembre, quelle tipo “Oddio, ancora devo ricominciare e già sono stanca…”.  Un paio di mesi del 1944 vi ci vorrebbero, poi vi vorrei sentì…