Un anno di…

Si sta per esaurire anche quest’anno, un 2014 sul quale non avrei scommesso nemmeno un centesimo, e guarda un po’, ho fatto bene. Ho azzeccato tutto, non ho fallito neanche mezza previsione, tutto è andato come pensavo, un anno che ricorderò di certo per il suo non avere avuto un senso vero e proprio. Avevo delle sensazioni che con il tempo si sono trasformate in percezioni e poi in dati di fatto. È stato un anno povero sotto molti aspetti, un 2014 grigio, non scuro, ma grigio perla diciamo, dodici mesi iniziati con la febbre mortale e chiusi in attesa. Saluto questo anno fra l’indifferenza più totale, consapevole che c’è veramente poco da salvare…

Un anno di ricorrenze, come sempre, di attese e sospiri, di frasi fatte e riflessioni ripetute cento volte. Un anno di speranze fioche, di beffe e coincidenze inenarrabili. Un anno con l’8 maggio, la pizza quel sabato sera di ottobre e Inter – Sampdoria al turno infrasettimanale, sì, proprio come quella volta lì. Un anno dal sapore orientale, colorato di Est, un anno di viaggi interni e non solo, Napoli e Bergamo, ma anche il tour dei Balcani e quello con David a Sofia. Un anno di corsa, nel senso pratico e non figurato, le due performances fra marzo e aprile in compagnia del mio fidato amico. Un anno di curricula, di colloqui, di promesse e illusioni vuote. Un anno di transizione. Un anno di chiacchiere e di ipotesi, da Shanghai passando per Amsterdam. Un anno di parole, post, fotografie e video. Un anno nuovamente tutto in Italia come nel 2012, un anno di discussioni e di insulti. Un anno mondiale, l’evento per antonomasia che mi ha incatenato al divano, 41 partite viste integralmente su 64 rimarrà il mio record personale. Un anno in cui finalmente sono riuscito a comprarmi un oggetto che volevo da una vita.

Un anno con il mare di Anzio, Magic Land e lo Zoo Marine, l’anno del reportage come inviato a Bergamo per Papa Giovanni e qualche articolo da corrispondente. Un anno con la fiammata del “Guerin”. Un anno di palestra, ancora una volta. Un anno con  Gabriele di passaggio ad ottobre. Un anno di pranzi e cene a Paliano, un anno di saluti con Alfredo in prima fila. Un anno di Whatsapp, sette di blog e 27 di vita. Un anno di film e di musica, in particolare le canzoni di Venditti e Vasco Rossi, un anno in compagnia dei commenti del Maestro Donato Inglese. Un anno senza estate, senza autunno, con un inverno poco inverno. Un anno fra campeggi, roulotte e tende, fra treni regionali e stazioni, the freddo e biglietti da convalidare.

Un anno di mail, di qualche partita a tennis, a basket e del movimento “a zappa”. Un anno a farsi venire un’idea. Un anno in cui ho visitato il Marakanà di Belgrado, il ponte di Mostar ma anche la Casa del Grande Fratello. Un anno che può andare in archivio, è ora.

Frase dell’anno

David: “Se uno di noi due fosse stato una ragazza staremmo insieme felici da un sacco di anni…”

(Marzo 2014, Laghetto dell’Eur)

Foto dell’anno

coppamondo