Being Gabriele Falcone

In realtà volevo scrivere un post su Shaqiri, Mancini e l’entusiasmo ritrovato, ma anche sulla sensazione che stavolta ci sia stata l’inversione di rotta necessaria, quella che in fondo si intuiva sottotraccia con la cacciata di Piangiarri e il ritorno del Mancio. Ecco, volevo scrivere un post del genere, mi sembrava anche giusto, vi dirò di più, lo avevo già pensato oggi, ce l’avevo in testa e lo avevo di fatto scritto mentre percorrevo il Raccordo poco prima delle 14. Alla fine però ho cambiato idea, per una serie di motivi e di coincidenze.

In serata infatti, riordinando le idee mi sono “Falconizzato”. Mi sono sentito un po’ Falcone, sì lui, il grande Gabriele Falcone, quel mio amico che pascola nel lontano Oriente ed attualmente è situato nella tiepida Hong Kong. Mi capita spesso questo processo, succede in certi momenti, tendenzialmente in passaggi caratterizzati da entusiasmo. L’ho visto troppe volte e in troppe versioni, quella etichettabile come “Alto Fomento” è per forza di cose la migliore. Io potrei imitarne movenze, frasi e gesti, ma più che altro, involontariamente, parlo e ragiono come lui. Non c’è nessuno spirito di emulazione, più che altro avviene una specie di sovrapposizione, di battute che direbbe lui, di svirgolate che farebbe puntualmente come commento.

Mi sono abituato con il tempo a vederlo partire, e ogni volta cercavo di pensare cosa si provasse, ne parlavamo e malgrado la sua abile capacità descrittiva, fino in fondo certe sensazioni non potevo capirle. Poi la storia è cambiata e anche io ho iniziato a chiudere le valigie e lentamente mi sono tornate in mente certe sue frasi, alcuni commenti e dei concetti che cercava di esplicarmi dalla Cina. Stavolta mi sento come lui nel marzo del 2011 prima dell’ultima grande partenza. In fondo capisci quando l’avventura alle porte ha un peso diverso e la mia si rispecchia sotto alcuni aspetti a quella sua di 4 anni fa. Mi sono “Falconizzato” perché comincio a vivere quell’elettricità, quel senso dell’ignoto che ti attira in maniera irresistibile. Sento quel non “avere nulla da perdere” che stimola e carica.

A tutto ciò si è aggiunto un incontro piacevole e davvero inatteso in mattinata con una mia ex compagna di scuola la quale mi ha anticipato che a fine luglio si sposerà. La notizia mi ha spiazzato ma sono felice per lei perché si intuiva dai suoi occhi come fosse contenta di questo passo. Allo stesso tempo però l’incontro mi ha sbrinato ulteriormente, perché di fondo non vorrei essere uno che fra 5 mesi si deve sposare ma vorrei essere uno che fra 3 giorni parte e va dall’altra parte dell’Oceano. Quella voglia di scoprire ancora, di curiosità e di avere davanti chissà quante cose da vedere e assaporare. Tutto ciò arriva nel momento giusto e questo penso sia davvero l’attimo perfetto per andare. Questa libertà di movimento, questo orizzonte fin troppo largo mi affascina troppo e mi fa sentire quel Falcone là.

Se poi a tutto ciò ci aggiungiamo anche l’aver sentito il “rumore dei nemici” in sottofondo, ricevere il Time Hop quotidiano di Gabriele stesso datato 9 gennaio 2010, e il fatto che sto vivendo questo avvicinamento nel modo oggettivamente migliore, beh, allora posso permettermi anche la versione “Falcone Deluxe”, quella Pontificator e lì mi “gaso come una bestia”, come direbbe il buon Nicola Savino…

Being Gabriele Falconeultima modifica: 2015-01-09T22:09:27+01:00da matteociofi
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