Sette gennaio

Ma sì, alla fine è veramente tutto un gioco di incroci, di percorsi che si intrecciano e porte che si aprono a loro volta. Proprio due anni fa infatti, in maniera abbastanza inconsapevole, svoltavo a un bivio che avrebbe rivelato in seguito un sentiero tutto suo. Lungo, intriso di attese, di colpi di scena e impreviste impennate.

Il giorno dopo l’inizio dei saldi, con un tempo tutt’altro che mite mi incamminai verso Via IV novembre, da solo, dopo pranzo, con un misto di curiosità e scarsa convinzione. Varcai così l’ingresso degli uffici romani della ESL, l’agenzia di soggiorni linguistici, e dopo un lungo colloquio riuscii ad ottenere tutte le informazioni necessarie. Preventivi e città, iter di pagamento e soluzioni varie, ma soprattutto iniziai ad accarezzare l’idea di andarmene veramente per la prima volta. Belfast, Liverpool e Dublino. La sfida si risolse in un duello fra la capitale irlandese e la città del Merseyside. Misi da parte l’esaltazione calciofila e i sentimenti e pochi giorni dopo optai per Dublino. Cominciai ad approfondire il discorso e con una rapidità rara passai dalle parole ai fatti. La smania di andarmene e di fondo anche di scappare un po’, per la prima volta in vita mia, misero il turbo a una questione che si sbloccò in tempi rapidi.

Due mesi più tardi sbarcavo in Irlanda per il primo soggiorno nella terra di James Joyce. Il resto poi è stato sviscerato già numerose volte e in diverse salse. Se non fossi andato a Dublino la prima volta non sarei tornato la seconda, qualche mese dopo per lo stage. Se non avessi fatto quest’ultima esperienza non sarei ora in procinto di trasferirmi in Canada. In mezzo c’è stato un 2014 vuoto, un anno in cui però ho tenuto vivi dei rapporti e dei contatti i quali si sono rivelati determinanti, come capita spesso in tanti settori, in particolare in quello giornalistico.

In fondo, concordo con il mio compare del Basso Lazio quando afferma che tutto sia scritto. Penso effettivamente sia così, nel senso che quel pomeriggio di due anni fa, da qualche parte, era stato già stabilito che quella passeggiata alla ESL mi avrebbe condotto qui, o meglio lì, e per “lì” intendo Toronto. Non lo avrei mai pensato, ma in realtà il bello è anche questo e a cinque giorni dall’inizio di questa nuova esperienza un pensiero non poteva non finire a questo episodio che mi ricorda come Rafael Sabatini avesse ragione: “Tutto arriva per chi sa aspettare”.