Quattro mesi (Please, stop the clocks!)

Stop the clocks and turn your world around

Let your love lay me down

And when the night is over, there’ll be no sound

Quattro mesi dal mio arrivo in Canada significano anche due mesi al mio ritorno. Visto alla mano, questo è il dato che permane a oggi mentre concludo un altro segmento qui sulle rive dell’Ontario. L’aspetto più inspiegabile è il modo iper-veloce, quasi folle, con cui stia passando il tempo. L’ultimo mese ad esempio è stato un soffio, nulla di più, e nulla di più rapido che un sospiro, o un respiro. Immediato, velocissimo, quasi imprendibile. Ogni venerdì mi sono ritrovato a pensare la stessa cosa: “Ma possibile che sia già trascorsa un’altra settimana dall’ultimo week-end?”

Questo è quello che sta accadendo e le spiegazioni possono essere diverse, in primis il fatto di essere molto impegnato e di avere diversi compiti da portare a termine, non sempre con grande margine di tempo. Questa fretta, questo lavorare senza troppe pause, sta spingendo la quotidianità ad una velocità che non penso di aver mai vissuto prima.

Un riflessione con la quale ho iniziato a fare i conti recentemente, e che risiede in un angolo remoto e piccolo del mio cervello, è la seguente: so che a breve me ne dovrò andare e non sono contentissimo. Sì, certo, mancano due mesi, ma a questi ritmi, potrebbe essere veramente domani e so bene che ormai mi sono abituato a molti aspetti e rompere questo status un po’ mi infastidirebbe. Un po’ perché sono pigro, un po’ perché sono un abitudinario, ma presto cambierò casa e poi tornerò in Italia, e queste evoluzioni, come dicevo, sotto sotto mi scocciano. Mi sentirei più “a posto” se dovessi tornare magari a fine agosto, forse perché sento di dover fare ancora molte cose e perché il mio percorso si deve completare ulteriormente.

Nel frattempo è arrivata l’estate, non la primavera, ma l’estate vera e propria. Un caldo così a maggio a Roma non l’ho mai vissuto e il fatto che mi aggiro in tenuta prettamente estiva nel giardino di casa è una esperienza davvero esotica e unica, soprattutto se il calendario non ha superato nemmeno la prima settimana di maggio.

Il programma prosegue, il sito ed il blog presto saranno pronti e aumenteranno le mie mansioni, così come il coinvolgimento pratico nelle questioni editoriali. Intanto ho partecipato al primo board-meeting della mia vita, corso come detto la 10 km di Toronto, visitato nuovi angoli della città, assistito a due concerti, saccheggiato Honest Ed’s.

Altri 30 giorni sono finiti intanto nella mia faretra, molti altri ne mancano, ma se questo sarà il ritmo, potrei ritrovarmi a mangiarmi la grattachecca passeggiando lungo mare molto presto. E in questo momento, onestamente, non è la mia massima aspirazione ne tanto meno il mio obiettivo primario.

Messaggio della settimana:

Come detto, non so esattamente come andrà, però qui in qualche modo ci tornerò. È una sensazione…magari succederà quando Alfredo sarà tornato in Brasile, la Bionda farà qualcosa in America e tu starai in qualche posticino sperduto e caldo del mondo. Prima però, c’ho voglia di condividere ancora qualche brivido…

Foto della settimana

Nemmeno la sua faccia in tv riesce a distoglierlo dal lavoro e dalla concentrazione…e da Twitter.

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