Cinque mesi

Mentre il quinto mese si completa e scorre via in un piovoso e umido venerdì di metà giugno, mi rendo conto che per la prima volta in cinque occasioni, faccio fatica a riordinare tutto e a dire quello che è capitato dal giorno in cui ho pubblicato il post dal titolo “Quattro mesi” a oggi.

Di fondo, non ci sono stati eventi particolari, o forse sì se considero Rochester e la frontiera superata un paio di volte in 4 giorni, il punto però non sta lì, risiede nelle riflessioni esterne al lavoro, nei discorsi più di vita e di emozioni. E’ stato il mese in cui è venuta a galla una quantità di materiale emotivo che non credo abbia eguali in tempi recenti. Un mese pieno di riflessioni, e di flessione, mentale più che fisica. Un mese che ha segnato comunque almeno 4-5 momenti importanti e che mi ha riportato ad affrontare, sotto aspetti diversi, annose questioni.

È stato un mese molto più femminile, o meglio, più a tinte rosa, forse perché quelle nerazzurre sono andate in vacanza con la fine del campionato lasciando molto più spazio al resto.

I post scritti in queste ultime settimane vivono di luce propria, non c’è molto da aggiungere e non serve nemmeno tornare su alcuni aspetti sviscerati in varie salse. C’è da proiettarsi verso l’ultimo mese, perché quello precedente sta sfilando via e porta con sé tante cose, attimi, idee e convinzioni.

Ma anche incazzature e speranze. Penso che per ottimizzare o sviluppare gli ultimi giorni, per indirizzarli in un certo modo, avrei bisogno di altri due mesi qua, almeno due, invece ne ho davanti solo uno e tempus fugit.

Se torno alla stretta attualità posso dire di aver ottenuto il visto per i prossimi tre anni, di essere andato in America, di aver osservato le Cascate del Niagara by-night, di aver scoperto il banco dei salumi freschi da Metro, di aver tifato Barcellona come e più di un catalano, di essere stato solo una volta da Honest Ed’s e di aver traslocato in un appartamento del centro. In più ho capito quello che farò, almeno, così pare, per i prossimi mesi.

E poi? Beh sì, ho preso palo con un tiro da fuori area, però mi è venuta una voglia strana, di tirare verso il bersaglio grosso con più frequenza, magari una deviazione, una papera del portiere, un colpo di vento, che ne so, magari capita pure che segno, non necessariamente nella partita dell’anno ma comunque in una gara combattuta.

Vediamo, vediamo…anche perché quel giovanotto da Hong Kong mi sta stimolando e caricando in ogni modo essendo molto ispirato e particolarmente coinvolto in queste vicende.

 

Dalla tv al cinema il passo è breve, si sa, e allora mi sono messo a fare anche un po’ l’attore.

Cinque mesiultima modifica: 2015-06-12T21:29:52+02:00da matteociofi
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