See you soon, Toronto

Poche ore ancora e poi sarà il momento di ripartire verso Roma. Ricordo prima del decollo direzione Toronto, sei mesi fa, un pensiero in particolare, una riflessione forse naturale, ma mentre i carrelli dell’aereo iniziavano a rullare sul serio mi chiesi: “Chissà che succederà, chissà come cazzo starò fra sei mesi quando ripartirò”.

Sto bene, e questa è la cosa più importante. È bello tornare ed è più facile andarsene da un posto senza il peso dell’addio ma vivendo la leggerezza dell’arrivederci. Eppure ieri è stata una giornata ovviamente carica di emotività, tanti abbracci al lavoro, abbracci nei quali ho rintracciato immediatamente simpatia e affetto. Belle parole, ma anche fatti, le responsabilità che mi sono state consegnate per i prossimi tre mesi certificano quanto di buono ho fatto in queste 26 settimane e di questo non posso che essere soddisfatto.

Torno a casa ma come già detto so che è un rientro diverso, e proprio ieri sera mentre camminavo per Church Street ho maturato una considerazione che spiega e fotografa questa prima parte del 2015. So che siamo a un turning-point, ma soprattutto ho la sensazione che sto iniziando a vivere davvero quel momento di transizione che ti porta dall’essere ragazzo all’essere adulto e uomo. Un percorso lungo ma che per varie ragioni è cominciato del tutto qui.

È stata una giornata di sensazioni, un pomeriggio fiume in compagnia della persona con la quale era giusto trascorrere le ultime ore canadesi, perché Toronto è stata importante anche per aspetti extra-professionali. E se vuoi vincere lo scudetto, come confidavo a Gabriele ieri notte, devi costruire la squadra per riuscirci, altrimenti non succederà, e questi mesi sono stati fondamentali anche in quell’ottica.

Me ne vado ma tornerò, sapere cosa farò per i prossimi mesi e il futuro medio è una sensazione bella che mi mancava da troppo tempo, fino a dicembre ho già tutto pianificato e per uno come me è un bene.

Ma ora è il momento di lasciarsi andare alle emozioni che impone un ritorno, e partire è bello anche solo per poter vivere momenti così. Ho tirato il freno volutamente nelle ultime settimane ma ora non serve più.

Si torna a casa e farlo dicendo un semplice “See you soon” ha tutto un altro sapore.

Sto tornando.

Frasi della giornata 

Emilie: “Are you  talking seriously?”

Emily: “Hai due case tu, una a Roma e una qui, la mia”

 

…Queste cinque lacrime sulla mia pelle

che senso hanno dentro al rumore di questo treno,

che è mezzo vuoto e mezzo pieno

e va veloce verso il ritorno,

tra due minuti è quasi giorno,

è quasi casa, è quasi amore.