“Milioni di luce davanti a noi”

Giorni fa, leggendo un tweet di Luca Bizzarri in cui citava la grande performance del Primo Ministro canadese il quale in una scuola aveva spiegato sorprendentemente bene la teoria quantistica a una domanda del tutto casuale, ho trovato alcune simpatiche repliche.

Una di queste era di un ragazzo che testualmente diceva: “Sono stato in vacanza a Toronto, milioni di anni luce davanti a noi”. La cazzata, perché in altro modo non si può definire, ha colto la mia attenzione e ho subito replicato, chiedendo su cosa questa fantastica città fosse così avanti a noi, così futuristica. Il giovanotto ha elencato tre punti: mezzi di trasporto efficienti, senso di sicurezza nel girare per strada e la possibilità di comprare a qualunque ora qualsiasi cosa. Ho concordato sul punto finale e smentito i primi due categoricamente, soprattutto il primo, che lo scorso anno mi ha fatto rimpiangere parecchie volte la metro di Roma e il mondo bizzarro dell’ATAC.

Quanto all’aspetto relativo alla sicurezza, fatico a dargli ragione, perché come ho scritto, la città è piena di sbandati, mediamente inoffensivi ma pur sempre potenzialmente pericolosi come tutte le persone disperate e non esattamente in controllo di se stesse.

Rispetto a Roma, ad esempio, è incredibile il numero degli homeless e di coloro che vivono senza nulla, l’aspetto che risalta ancor di più è che questa gente si aggira prevalentemente in centro piuttosto che lontano da downtown, una tendenza in contrasto con le nostre realtà dove le periferie soffrono mentre in centro si trova uno scenario diverso.

Il ragazzo alla fine mi ha dato ragione, dicendo che questo è ciò che aveva percepito, ma che io vivendo qui, rispetto a lui, sicuramente ne sapevo di più. Considerazione sensata e opportuna, ma che alla fine ha rivelato un aspetto ricorrente e fastidioso, quelle persone che parlano di un posto dopo esserci state solo in vacanza, e che si sbrodolano nel descriverlo come meraviglioso e nel quale vivrebbero, con il classico punto di vista del turista, che non è sbagliato, assolutamente no, ma che è esclusivamente di chi va in un posto per alcuni giorni e vive la città in un solo modo.

Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che è pieno di persone con questo vizio, quello di idealizzare certe posti dopo esserci stati solo di passaggio. Se pensiamo poi al Nord America questa visione si quadruplica, tutti vedono in questo spicchio di pianeta il simbolo dell’efficienza, di qualcosa di molto cool, dove il dollaro attira e la qualità della vita è alta per tanti motivi.

Mi dispiace, ma non è proprio così e sono io il primo ad ammettere che pensavo a questo mondo in un modo e poco dopo ho dovuto ammettere a me stesso che era cosa ben diversa. Di certo, l’efficienza che trovi qui è lontana da quello che uno si aspetta, un esempio facile sono proprio i mezzi di trasporto.

Pessimi, vecchi, con continui guasti, in particolare la metro che si sviluppa su due grandi line (sì, solo due linee) e altri due mini segmenti. Il prezzo di una corsa metro e 3.25 dollari, l’abbonamento è invece 145 dollari, un costo spropositato ed improponibile per quello che viene offerto. I bus vanno, i tram (lo streetcar) hanno una ottima frequenza, alcuni girano anche tutta la notte, ma costano sempre 3,25, sono piccoli e soprattutto camminano in mezzo al traffico seguendo i semafori della macchine, senza aver mai corsie preferenziali, aspetti che in sintesi riducono di molto la loro rapidità.

Qualunque cosa prende tempo, ogni piccola commissione, al supermercato le file alla cassa sono più lunghe delle nostre perché se la prendono comoda, perché ti imbustano la roba, ma soprattutto perché tutti, e dico tutti, pagano anche una Coca Cola con la stramaledetta carta di credito. Il pagamento fatto così, anziché cash, rallenta tutto e la fila si alimenta, a volte ti fa passare la voglia di andare in certi posti, il problema è che non hai scelta anche perché di catene di supermercati qua non ce ne sono duemila.

Tutto costa tanto, spesso il servizio non è adeguato. La qualità non vale il costo, un esempio pratico è internet, sia a casa che sul cellulare. Quello che paghi in Italia per un certo servizio non è paragonabile a quello che ottieni qui.

Cose burocratiche? Che dire, ho richiesto in 11 mesi tre volte la tessera sanitaria che mi spetta e non l’ho mai ricevuta. Ho i fogli a casa, conoscenze all’ufficio dove fare la domanda, ma non se ne esce, un bell’esempio di efficienza burocratica.

E poi, così un po’ random, altra roba tipo gli alcolici che non li trovi al supermercato, li puoi comprare solo in una catena ben precisa LCBO, devi mostrare il documento d’identità, costano cari come l’oro, non dico le birre, ovvio, ma una bottiglia di vino decente è il triplo che in Italia. Non puoi bere per strada, se stai al parco non ti puoi gustare in pace una birra nel mezzo di un pic-nic, hanno divieti e restrizioni che fatico a comprendere e soffro tuttora.

Il valore del dollaro canadese è ridicolo, evito di convertire anche per gioco il mio stipendio in Euro altrimenti mi viene uno scompenso ogni volta. Che altro? Vabbè, la qualità del cibo, il meteo, l’hockey ed il baseball, la gente in generale, è di ieri ad esempio il tentato raggiro di un tizio verso un mio collega riguardo un annuncio per una casa da affittare su internet (tanto per chiarire anche l’aspetto che tutto il mondo è paese), potrei andare avanti altre due pagine ma mi freno.

Mi fermo e sottolineo che non esagero e che non ho nessun motivo nel voler dipingere questo posto peggio di quello che è realmente, ci tengo solo a dare un punto di vista vero, da persona che vive qui da un po’ e che può affermare senza problemi che Toronto non è anni luce avanti a noi in niente. E ribadisco in niente.

Quindi, state sereni che noi non viviamo nel Paleolitico. Fidatevi.