Random (Parte I)

Non dormo più, e questa non è una notizia, il problema è che dormo sempre meno e la sera finisco per chiudere gli occhi costantemente intorno l’una, al di là di quello che ho fatto durante il giorno. Posso essere stanchissimo, posso essere sveglio dall’alba, ma non riesco a dormire in orari decenti e come vorrei. Per quanto la mia relazione con il letto sia storicamente complicata, credo che questo sia uno dei punti più bassi di un amore mai sbocciato, o forse mai corrisposto, ovviamente da parte del sonno verso il sottoscritto.

La scorsa settimana è stata la più lunga e impegnativa di questo 2016 e difficilmente penso sarà superata. Il lungo weekend si è trasformato in un mini fine-settimana di fatto con solo la giornata di domenica, oltretutto maledettamente piovosa. Lunedi mattina alle 7.30 ero in redazione, alle 8 già mi aggiravo con un pass al collo e il microfono in mano per lo Sheraton.

Il problema della scorsa settimana è il livello di attenzione e concentrazione che ho dovuto tenere. Io non sono abituato perché non sono in grado. Ho da sempre una rarissima capacità di concentrarmi e isolarmi, ma poi, dopo un paio di ore, la mia attenzione cala in maniera irreversibile. Motivo per cui ho sempre studiato pochissimo ma con una abilità di apprendimento inusuale in quel breve lasso di tempo. La scorsa settimana appunto credo mi abbia stancato sotto quell’aspetto e il sonno che continua a scarseggiare mi sta definitivamente condannando.

Un’altra riflessione che invece sono stato costretto a fare giorni fa è relativa al livello di aggressività che mi ha ormai generato questo posto. La realtà è che sotto alcuni aspetti sto diventando tutto quello che non mi piace e che non sono mai stato, e tanto meno, ovviamente, vorrei essere. Questa aggressività, che poi forse la definizione non è nemmeno del tutto corretta, credo sia dettata da una marea di cose. In primis, questo posto ha fatto venire a galla una serie di frustrazioni del passato, di rabbie, che il Canada attraverso strade originali e insolite ha fatto riemergere.

C’è più roba vecchia che nuova in fondo, di attuale ci sono solo cose passate con un vestito odierno. Mi dispiace, certo, ma non riesco a condannarmi per tutto questo. Nel senso che chiunque avvertirebbe lo stesso, se la base e lo storico che ti porti dietro sono quelli.

È strano vivere in un posto in cui la gente o ha i soldi di famiglia o li sta facendo, frequentare certi contesti ti fa sentire un poveraccio, e spesso mi ritorna in mente un po’ il protagonista di Ovosodo quando dal suo quartiere popolare si sposta all’Ardenza per il liceo. Per quanto il parallelismo possa sembrare forzato, in realtà nel profondo si annida un qualcosa che ritorna.

Prima di andare via da qui, sono convinto che mi toccherà attaccare qualcuno al muro, anche perché più andrò avanti e meno mi controllerò. Ho sempre fatto molta poca fatica in questo, ma più passa il tempo e più sto perdendo questa capacità, così come la pazienza. Tanti sono i motivi, talvolta anche sciocchi, penso a cose tipo: compro il modem e non funziona, compro il cacciavite e la misura non va bene di poco, compro il blocco per la bici e non si apre, compro la lampada e non c’è inspiegabilmente la lampadina dentro, viene il tecnico a fare l’allaccio internet ed è un incompetente, qualunque cosa sembra destinata ad essere complicata. Anche la più sciocca e banale. Cazzate, ovvio, ma che alla lunga ti esasperano, proprio perché sembra che nulla debba andare in un verso, e se le chances sono 50% e 50% finirà per andare in un modo. Sempre lo stesso.

(continua)