Sensazione

 

 

I miei pensieri sono qualcosa che la mia anima teme.
Fremo per la mia allegria.
A volte mi sento invadere da
una vaga, fredda, triste, implacabile
quasi-concupiscente spiritualità.

 

Mi fa tutt’ uno con l’ erba.
La mia vita sottrae colore a tutti i fiori.
La brezza che sembra restia a passare scrolla dalle mie ore rossi petali e il mio cuore arde senza pioggia.

 

Poi Dio diventa un mio vizio
e i divini sentimenti un abbraccio
che annega i miei sensi nel suo vino
e non lascia contorni nei miei modi
di vedere Dio fiorire, crescere e splendere.

 

I miei pensieri e sentimenti si confondono e formano
una vaga e tiepida anima-unità.
Come il mare che prevede una tempesta,
un pigro dolore e un’ inquietudine fanno di me
il mormorio di un incalzante stormo.

 

I miei inariditi pensieri si mescolano e occupano
le loro interpresenze, e usurpano
gli uni il posto degli altri. Non distinguo
nulla in me tranne l’ impossibile
amalgama delle molte cose che sono.

 

Sono un bevitore dei miei pensieri
L’ essenza dei miei sentimenti inonda la mia anima..
La mia volontà vi si impregna.
Poi la vita ferma un sogno e fa sfiorire
la bellezza nel dolore dei miei versi.

 

Fernando Pessoa

Grande Fratello

logo-grande.jpgPrima o poi, un post sul Grande Fratello dovevo scriverlo. Mi dispiace e mi scuso anticipatamente con parenti, amici, conoscenti e semplici lettori di queste pagine, perché so che l’argomento attirerà diverse critiche, ma ritengo giusto parlare anche di questo. Fin dalla primissima edizione quella del 2000 di tariconiana memoria, ho sempre seguito questo reality show che di fondo è l’unico programma che a mio parere può fregiarsi di tale dicitura: reality. Con il passare degli anni ho sempre guardato questa trasmissione con alterno interesse e diverso entusiasmo, lo scorso anno ad esempio ho visto qualche puntata ma il cast, la situazione e le dinamiche, non mi hanno mai scatenato un particolare coinvolgimento. Quest’anno invece sono diventato un acceso sostenitore del programma e me lo guardo con un discreto piacere e divertimento. La grande critica che devo fare agli autori è che questa volta hanno un po’ esagerato con i colpi di scena, e soprattutto con la durata effettiva dello show: 160 giorni totali, ben 60 in più delle edizioni precedenti. Cerco di seguire la striscia pomeridiana, unica via per capire le dinamiche e gli stravolgimenti continui all’interno della casa, mi piace capire e pronosticare cosa succederà e l’evoluzione dei rapporti fra gli inquilini. Entrando nel dettaglio, a me piaceva Giuliano, il gigolò tante discusso e chiacchierato, un personaggio ambiguo e spigoloso ma che a me faceva molto ridere per il suo ego ed il modo discutibile di porsi nei confronti di tutti gli altri. Nella puntata di ieri sera il concorrente comasco è uscito a sorpresa ed il programma ha perso un pezzo a mio avviso importante. I due inquilini peggiori finora sono stati Pietro e Davide: il primo non l’ho mai tollerato per il suo atteggiamento, il secondo invece è uno sciupa femmine pessimo, che ha dichiarato inizialmente di essere un uomo di 22 anni ma che in seguito si è riuscito a smentire in modo quasi scientifico, dimostrando di avere forse 13 anni. In fondo arriveranno le donne, Rosa e Guendalina, la prima perché sedotta e abbandonata è un po’ come Cristina nel primo GF, l’altra perché è un personaggio tosto e credo che piaccia parecchio all’esterno. Fra i maschi apprezzo Andrea, l’italo-giapponese, il leader silenzioso della casa, l’autentico punto di riferimento per tutti grazie al suo equilibrio e per quell’essere moderato e corretto. Non condivido il continuo flusso di entrata nella casa, gente che arriva al giorno numero 80 non può e non deve vincere, chi sta dentro e vive tutta l’esperienze merita considerazione e di poter mettere le mani sul montepremi. Il fattore in più di quest’anno è stato senza dubbio il sottofondo della Gialappa’s Band su Radio 101 con cui vedo sempre il programma, il divertimento in questo modo è assicurato perché i commenti del celebre trio sono veramente straordinari. Dopo la puntata ricca di sorprese che è andata in onda ieri sera, inizia una nuova settimana per i concorrenti, fra litigate, amori che finiscono e nuovi personaggi da scoprire.

 

Sfrutto l’occasione per fare i miei personali auguri a Ivan Bam Bam Zamorano, vecchio bomber dell’Inter degli anni 90, un mio idolo di infanzia che oggi compie 44 anni.

Che vi posso dire?

Che vi posso dire? Non ho grandissime cose da raccontare, in questi giorni infatti non ho scritto molto, ma non tanto per pigrizia ma perché i discorsi che potrei fare sono abbastanza banali o comunque legati alla quotidianità. Sto preparando l’esame di filologia romanza del 24 gennaio e mi sto rendendo conto di quanto sia complicato. Sarà uno scoglio molto impegnativo, un ostacolo sul quale potrei anche inciampare. Oltre alla difficoltà degli argomenti e alla loro vastità, devo dire che non ho nemmeno quella dose di interesse che in altre circostanze mi è stata di grande aiuto come ad esempio due anni fa a storia contemporanea, una battaglia epica che però mi stimolava parecchio per mille ragioni. Stavolta non è così, non è un “mio” esame, non saremo in tantissimi a questo primo appello e la mia preoccupazione credo che sia abbastanza giustificata. Da quando è stato nominato allenatore dell’Inter non mi sono mai espresso su Leonardo, non l’ho fatto sul blog e nemmeno parlando con gli amici. Mi dispiace per come sia finita con Benitez, ha pagato un periodo tutto sommato sfortunato ed i trecento indisponibili, di fondo però non è mai sbocciato l’amore con la dirigenza, con il Presidente e con i giocatori. Stava sulle scatole a qualcuno e ha scontato l’enorme peso del post-Mourinho. Va ringraziato per la professionalità e la serietà che ha mostrato in questi pochi mesi e soprattutto deve essere ringraziato per i due trofei che è riuscito comunque a portare a casa. Leonardo è una scommessa, piace all’ambiente, ha portato subito entusiasmo e i giocatori sono molto più leggeri e coinvolti dal brasiliano. Non esaltiamoci per queste tre vittorie, aspettiamo e diamo fiducia e sostegno a questo nuovo allenatore. Cambiando discorso, domenica sera ci riuniremo un po’ tutti per salutare David in procinto di partire per Stoccolma dove vivrà il suo Erasmus. È un personaggio che mancherà un po’ a tutti, a me in modo particolare, ma sono felice che possa confrontarsi con questa esperienza che tanto ha desiderato. Gli auguro il meglio e spero di rivederlo contento e soddisfatto al suo ritorno. Non ho mai pensato che al suo posto potevo esserci io, ho fatto bene a rifiutare la borsa e ancor di più ho fatto bene a lasciarla a lui, io dovevo restare in Italia, non potevo partire ne per la Svezia ne tanto meno per Malta. L’abbiamo detto tante volte io e lui, tutto era scritto, era giusto che andasse così, ed alla fine è stato un bene per tutti.

Buon Viaggio “Catto”

Modi di dire

Ci sono dei modi di dire che non sopporto veramente. Alcune frasi o affermazioni che sento costantemente pronunciare dai miei coetanei ma non solo, che mi fanno letteralmente vomitare per un milione di ragioni. Ne passo in rassegna sei, quelle che detesto in modo assoluto.

“S’annamo a ppià ‘na cosa”. È una frase di fondo insensata che però è ben compresa da chi ascolta. Colui che pronuncia questa affermazione vuole intendere se andiamo a prenderci qualcosa da bere. A me già il concetto di ‘na cosa non piace per niente. La frase si sente dire prevalentemente da persone che hanno un’età compresa fra i 17 e i 40 anni, magari un po’ coatti, quelli che fanno la bella vita, i Vitelloni del giorno d’oggi. Li senti in palestra mentre si fanno la doccia e questa è la frase tipica.

“S’annamo a mmagnà ‘na cosa”. Prosegue il concetto di cosa, l’indefinito prende il sopravvento e i personaggi che pronunciano tali proposte sono gli stessi di cui ho parlato al punto precedente.

“Ce stai a venì domenica ar mare?”. Questa domanda ha un’importanza diversa dalle altre perché nasconde un aspetto internazionale. Il “presente progressivo”, ovvero stai a venì, è utilizzato al futuro o comunque ha quella funzione. In realtà è come il futuro intenzionale inglese “going to” che in realtà esprime l’intenzionalità di fare un qualcosa. A Roma questo modo ha preso il sopravvento sul classico Vieni al mare? o Verrai al mare?. In maniera del tutto inconsapevole qualche coatto ha preso in prestito dall’inglese una forma verbale e l’ha applicata al dialetto romanesco.

“Io piscio”. È il modo di dire più osceno che sia stato coniato negli ultimi 5-6 anni, un sinonimo di non vado, gli do buca. Quando sento sta cosa impazzisco, soprattutto se lo pronunciano delle ragazze. È un qualcosa di talmente volgare e fuori luogo che mi vergogno di sentire qualcuno che se ne esce in un modo così sguaiato. Se tu pisci, io vorrei tanto sputarti addosso per come parli.

“Bella!” Fottetevi voi (ripetizione voluta per aumentare l’enfasi) e sto modo di merda di salutare. Che vuol dire? Che senso ha? Spiegatemelo. Ormai ha sostituito il Ciao da diversi anni in tutta la penisola, ma io non l’ho mai usato perché non mi piace, preferisco l’immortale Ciao, quattro lettere e una parola conosciuta in tutto il mondo, nome di un motorino della Piaggio e della mascotte di Italia 90. Bella non lo tollero, spero che cada in disuso quanto prima perché è privo di ogni senso.

Quelli che fanno le “virgolette”, piegando indice e medio di entrambe le mani allo stesso momento. Queste persone hanno tutta la mia disapprovazione e il mio disprezzo. Che cosa è parlare e fare contemporaneamente quel gesto vicino le orecchie? Non lo so, sembrano tutti dei pupazzetti da cartone animato. Come dice il mio professore di Letteratura italiana, in questi casi bisogna prendere una roncola e staccare le dita a chi fa una cosa del genere.