Sanremo

Come ogni anno l’appuntamento con Sanremo lo sto vivendo a modo mio: curiosità generale che si somma all’interesse della prima puntata e l’immancabile sottofondo della Gialappa’s Band che mi accompagna nella visione del programma. Dopo tre serate posso dire che questo Festival mi piace, promosso Morandi malgrado non sappia mai dove posizionarsi sul palco, indiscutibile la bellezza della Canalis e di Belen, ottimi e divertenti Luca e Paolo. Gianni Morandi è un simbolo indiscutibile della nostra musica, non sarà un conduttore ma è un personaggio appropriato alla situazione e devo dire che lo apprezzo a prescindere come uomo e come artista. La scelta femminile di quest’anno è stata forse esagerata, due bellezze di tale caratura forse non si erano mai viste, il fatto che siano “simili” ha innescato una rivalità inevitabile, io resto sempre dell’idea che l’accoppiata bionda-mora sia quella migliore come la tradizione sanremese insegna, ma il tandem di questa edizione è di un livello esagerato ed indiscutibile. Luca e Paolo sono personaggi che conosco artisticamente da una vita, da quando facevano Mtv Trip e giravano l’Italia con un carro funebre, quel bizzarro diario di viaggio me li fece conoscere ed ammirare, sono contento che abbiano fatto tanta strada e li ritengo degli interpreti adatti al palco dell’Ariston. La serata di ieri, quella dedicata ai 150 anni dell’Unita d’Italia, è stata caratterizzata dalle canzoni della nostra storia anche se non ho capito un paio di cose, come ad esempio l’assenza dei pezzi di Celentano, De Andrè e Modugno, Azzurro o Volare sono “inni” e melodie che hanno un valore irraggiungibile e non dovevano mancare. Oltre all’aspetto musicale c’è stato spazio per il grandioso monologo di quel genio di Benigni. In 50 minuti ha regalato emozioni con l’esegesi del nostro inno, è stato splendido nei cenni storici, nella rapidità e nella capacità di dire tutto, spaziando come solo lui sa fare e tenendo incollati gli italiani alla tv. Condivido tantissime cose che ha detto, soprattutto i riferimenti al patriottismo e al senso magico di appartenenza che dobbiamo avere nei confronti di una terra così bella ed unica al mondo. Il suo intervento lo ha chiuso con un’interpretazione da brividi di Fratelli d’Italia, un’esecuzione da applausi, un messaggio forte a chi non sente certe radici, a chi ancora dibatte sul fatto che il 17 marzo sia una festa da celebrare in tono minore, andando tutti a lavoro. Questa posizione la trovo semplicemente folle, se c’è qualcuno che non sente questa celebrazione ha dei problemi di identità o dei vuoti di culturali a livello storico oppure sono dei poveracci ultra campanilisti. Io festeggerò perché sono italiano, sono fiero di esserlo, ho studiato la storia e so cosa significhi questo momento, il 17 marzo sarà la festa della nostra nazione, sarà la festa di tutti noi. Tornando a Sanremo non mi hanno entusiasmato le canzoni finora, nessuno rischia, melodie lente e banali e musica poco orecchiabile se escludiamo il caso raro di Van der Meyde o quel che è. Tralasciando le eliminazioni illustri si sa che questo Festival lo vincerà Vecchioni, è una notizia che gira da tempo e pare che abbia delle continue conferme. Stasera toccherà ai giovani, domani invece il gran finale, fra un mese non ci ricorderemo più nemmeno il titolo della canzone vincitrice, ma anche questo fa parte della tradizione sanremese.

 

Frase della serata

Roberto Benigni: “ Io appartengo a questa grandezza, io vengo da lì…”

 

Foto della serata

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(Peguy Luyindula, al minuto 92 ha segnato il gol che mi ha regalato un’altra vittoria alla Snai e ha fissato sul 2-2 il risultato di Bate Borisov-Psg).