Tre anni fa, de ‘sti tempi, era n’artra cosa…

Mi piace ricordare certe cose e molto spesso lo faccio senza alcun germe di nostalgia, ma solo con il sorriso che mi scaturisce ripensando a certi momenti vissuti. Pochi giorni fa, guardando il calendario, mi è tornato in mente il maggio di 3 anni fa, ma in particolare l’inizio di maggio 2008 in cui successero una serie di cose al limite fra l’assurdo ed il simpatico, il folle e l’esilarante. Ho un ricordo nitido di quei giorni che furono molto più caldi rispetto alle temperature tiepide di questa primavera inoltrata, ho in mente il 6-7-8 maggio, tre giornate di fila accomunate da una sequenza di brividi. Di questi tempi io avevo fatto il primo esonero di storia dell’arte moderna, quello a crocette con 30 domande, pieno di date e di domande inutili, ero solo e non con i miei amici appartenendo al gruppo alfabetico A-L. Quello stesso pomeriggio mi ritrovai del tutto inaspettatamente e Dio solo sa come, a fare la spesa alla Sidis di Giardinetti prima di mangiarmi un ghiacciolo al limone, con persone praticamente sconosciute che avevo incontrato mezz’ora prima. Il giorno dopo fu il turno di Antonio, Francesca e David nella prova di storia dell’arte e la nostra amica compì il primo capolavoro bissato 6 giorni dopo con un altro 30, due prestazioni al limite del normale che le valsero il soprannome di Special One che decisi di affibbiarle. Quel pomeriggio con i miei due amici dopo il loro esame ci ritrovammo su al famoso “acquario”, quando lì c’erano ancora sedie e tavolini per uno dei celebri post-partita. Questo appuntamento era ormai un qualcosa di fisso, un momento in cui si raccoglievano i commenti di giornata e si sparavano quelle 30-40 cazzate a raffica per chiudere in bellezza. In quella specifica circostanza, mentre io ero seduto e David ed Antonio stavano in piedi, quest’ultimo infervorato da un discorso su Maria Grazia sbatté la mano forte sul banco annunciando una delle sue celebri previsioni. In quel periodo Antonio era in formato Nostradamus, azzardava pronostici e profezie e spesso ci prendeva, per queste ragioni ebbe il suo primissimo soprannome ovvero il Sensitivo. In realtà quel pomeriggio mettemmo a punto gli ultimi dettagli per il giorno successivo poiché era in programma la prima uscita balneare della stagione e la prima gita per noi tre. La mattina dopo andammo a Torvajanica, la spiaggia vuota, un vento fresco che sembrava proteggerci dal sole e l’acqua ancora un po’ troppo fresca per il bagno. Fu una splendida mattinata trascorsa sulla sabbia ed il viaggio di ritorno si trasformò poco dopo nel viaggio d’andata verso la lezione di storia del cinema italiano fissata per le 16 alla quale non potevamo mancare. Quel giorno fu proiettato “8 e mezzo” un film che guardammo in uno stato pietoso per il caldo e la stanchezza, con il sottoscritto che si tatuò a penna sul braccio Giangiacomo e David che rideva per tale follia. Terminato il film del quale non avevamo capito nulla per via della sua difficoltà ma anche del nostro grado di attenzione piuttosto basso, andammo tutti a casa. Io mi sbrigai a fare gli auguri a mio padre e dopo la doccia, iniziai ad avvertire i primi malessere lasciati da una giornata in cui mi ero completamente abbrustolito la pelle senza accorgermene. La sera pareggiammo l’andata delle semifinali di Coppa Italia con la Lazio in casa per 0-0 e poi presi sonno dopo un milione di tentativi.

Tre anni fa, de ‘sti tempi, era n’artra cosa.

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