Osservando

Mi guardo spesso intorno perché sono una persona curiosa, mi piace osservare e scrutare le persone e i loro comportamenti, è un qualcosa che mi ha sempre attratto così come il conoscere me stesso sempre più a fondo. Esistono infinite tipologie di essere umani, e molto spesso mi soffermo su quelli che mi piacciono meno, quelli che non condivido per il modo in cui si pongono o per come si atteggiano. L’università in questo senso è un perfetto punto di osservazione dal quale con un minimo di attenzione, si possono carpire migliaia di dettagli e i tanti tipi di sfaccettature che si annidano dentro di noi. Non sopporto, e lo dico in maniera convinta e plateale, chi si comporta in modo egoistico con gli altri, chi usa le persone per un tornaconto personale fregandosene altamente di chi ha davanti. Questa gente in crisi con se stessa ha la necessità sovraumana di avere qualcuno vicino per vanità e per autostima, senza pensare a niente altro se non al loro finto benessere. Mi infastidisce questo atteggiamento: si sfrutta e basta, si prende in giro, non si ha pietà di chi invece è dinnanzi a noi. Ne conosco di persone così, un paio sono anche piuttosto vicine a me e per questo detesto tale comportamento pur non riguardandomi in nessun modo. Un’altra cosa che non sopporto, ma che ultimamente va molto di moda, è il farsi pubblicità da soli, auto sponsorizzarsi. Sui social network ormai regna il condividere certi link, in particolare quelli in cui si è coinvolti. Trovo di una tristezza immane pubblicare link relativi a se stessi, articoli scritti, foto scattate e tutto ciò che ha anche (forse soprattutto) il compito di metterci in luce per farci vedere dagli altri. A volte credo che l’universo dei social network stia diventando una dimensione per farci emergere e basta. Ci si deve far notare a tutti i costi, poter pubblicare qualcosa di nostro è un colpo fantastico da poter mostrare sulla piazza telematica, ma a mio avviso è invece un tristissimo modo di palesare il proprio esibizionismo per spiccare a tutti i costi. Chi ha il desiderio di farsi notare in un certo modo solitamente ha qualche ragione personale, una motivazione dettata dal proprio modo di essere ma anche un pizzico di evidente disagio. Di quante altre cose potrei parlare? Tante. Vedo situazioni surreali, gente che si lascia ogni ora e si rimette insieme la mattina dopo, rapporti che nascono per convenienza, persone fino al giorno prima sconosciute ed improvvisamente indispensabili, orecchie da mercante e finti sbadati, gente furba che fa finta di non accorgersi dell’evidenza. A me questa gente sta simpatica, io li tratto come meritano, a volte credo di passare come lo stupido di turno ma dentro di me sorrido e so perfettamente il modo in cui poi considero certa gente. La mia valutazione in fondo conta più di tutto il resto anche perché come diceva Montaigne è “fondamentale conoscere se stessi per indagare la condizione umana, e la conoscenza dell’uomo e della storia dipende dalla profondità della conoscenza di noi stessi e dal nostro orizzonte morale”.