Con il cuore

Io sono la mia tesi, la mia tesi è me. Ormai il processo di simbiosi mutualistica è definitivamente completato e ciò è avvenuto tre giorni fa quando finalmente sono riuscito a collegare i vari pezzi del puzzle e a creare un file unico con tutto il mio lavoro insieme, una soddisfazione grande, bella e limpida. Vedere l’opera in versione integrale mi ha leggermente emozionato, ho visto per la prima volta il risultato di 6 mesi di lavoro, il coronamento di tanto impegno. Credo che questa tesi sia mia in tutto e per tutto, nessuno avrebbe potuto farla così: nelle parole, nei concetti e nello stile, è marchiata a fuoco dal mio modo di essere. La sento mia perché mi rispecchia, c’è passione e voglia ma soprattutto nasce da una mia esperienza, da un mio viaggio, è la riprova delle mie scelte a volte impopolari. Il 5 agosto del 2008 partivo per Liverpool e a distanza di 3 anni e mezzo mi ritrovo a discutere una tesi di laurea su questa città, su una delle sue storie e su una passione enorme che avvolge questo luogo a nord-ovest dell’Inghilterra. Sono partito per questa destinazione da solo e con tanta curiosità, sono tornato con una città nel cuore e la certezza di aver visitato un posto diverso dagli altri, dove una squadra di calcio significa tutto, dove l’appartenenza a un simbolo vale più di ogni cosa. Qui ho capito le parole di Alan Edge quando parlava della “Fede dei nostri padri” e del significato di sentirsi dentro una certa comunità. In quei giorni ho approfondito la mia conoscenza sulla tragedia di Hillsborough, nel museo di Anfield e nelle strade della città, mi sono reso conto di quanto fosse ancora vivo questo ricordo. In questo blog ogni 15 aprile commemoro quell’evento, una vicenda che sono riuscito a trasformare nel tema della mia tesi e già questo penso che sia la vittoria principale. Ho adorato questo lavoro dal primo giorno, da quando ho iniziato a sfogliare il libro di Phil Scraton e mi sono calato del tutto dentro a questa storia, era agosto, faceva caldo e avevo appena ritirato il visto per la Cina. La mia donazione all’Hillsborough Family Support Group, la spilla che avrò sulla giacca alla discussione, la cravatta con un certo simbolo ed il mio braccialetto sono dettagli, ma di fondo dimostrano come io sia all’interno di questo universo e del modo totale in cui lo senta. Ora è tutto fatto, devo soltanto stampare questo file word e poi dovrò parlare di Hillsborough e del modello inglese davanti a tutti. Ho eseguito questo lavoro con il cuore, l’ho fatto per me e per questo non c’è stato un solo momento in cui mi sono detto: “Vabè, chi se ne frega”, ogni particolare è stato curato perché ho voluto che fosse così dall’inizio ed oggi sono veramente contento. Chiudere il mio meraviglioso ciclo dentro la mia università in questa maniera è il massimo, non avrei potuto sognare nulla di più straordinario. Ripenso oggi a quelle persone che con scetticismo mi guardavano quando parlavo della mia partenza imminente verso Liverpool, penso a Francesca, Maria Grazia, la fidanzata di Bruno, a Simone che mi definiva matto e disadattato perché andavo in viaggio solo, ecco, ho avuto ragione anche stavolta, ed è così perché ho seguito il cuore e ciò che volevo fare, questa tesi lo dimostra. Steinbeck affermava che: “Non sono gli uomini a fare i viaggi ma i viaggi a fare gli uomini” e la mia esperienza nel Merseyside lo testimonia per certi versi, quella città sarà sempre nel mio cuore e raccontarla attraverso una delle sue storie più importanti è il mio modo per onorarla.

tesi, laurea, hillsborough

Con il cuoreultima modifica: 2012-02-09T11:55:00+01:00da matteociofi
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