Il post numero 600

Non avrei mai pensato di scrivere il post numero 600 su questo argomento ma oggi son ben felice di raccontare la serata di ieri che mi ha visto sulle tribune del PalaEur in occasione del Wrestling (WWE Revenge Tour) a Roma. Il biglietto per assistere allo show dei lottatori americani me lo aveva regalato mia madre per il compleanno, un regalo imprevisto, impensabile, ma che alla fine mi ha offerto una carovana di brividi. Prima di parlare della serata devo fare una premessa e raccontare il legame fra me ed il Wrestling, un rapporto nato quando ero piccolissimo, nei primi anni 90, nel periodo in cui impazzava quel fenomeno di Hulk Hogan. Ero un grande fan di questo spettacolo, collezionavo i pupazzetti e seguivo le puntate su Italia1, anche se alla fine decisi di non far più combattere questi personaggi sul ring che avevo ma scelsi di farli giocare a calcio. Questa trasformazione obbligò i miei genitori a comprarmi un campetto da calcio grande come un tappeto da camera, e lì iniziai a dare sfogo alla mia fantasia. In quegli anni avrò fatto giocare non so quante partite, ogni sabato pomeriggio si scendeva in campo, la mia squadra era sempre l’Aston Villa, gli altri, avversari a caso. Le partite duravano ore, vinceva ovviamente sempre l’Aston Villa, Hulk Hogan era un fortissimo terzino sinistro, mentre il bomber era Luxor un pupazzetto dei Cavalieri dello Zodiaco trovato un’estate in un prato della Val Gardena mentre ero in vacanza. In quegli anni decisi che da grande avrei fatto il giornalista, o meglio, il telecronista di calcio, un mestiere che continuo tuttora a considerare il mio obiettivo, il mio punto d’arrivo. Tralasciando le amarcord, ieri mi sono ricongiunto con un pezzo della mia infanzia, ed anche se non ci sono più quei personaggi, il mondo e lo show sono sempre quelli. Non seguo più il Wrestling da tantissimi anni, non mi piace, tutto troppo finto, però devo ammettere che ieri sera mi sono divertito moltissimo. È sempre bello vedere il coinvolgimento dei bambini, l’entusiasmo e la magia che hanno certi ragazzini in queste occasioni, è stato altrettanto elettrizzante vedere dal vivo e da pochi metri le acrobazie e le prodezze fisiche di questi wrestler. Ciò che mi ha sorpreso è vedere la capacità e la bravura di questi omoni di oltre 100 kg che fingono di picchiarsi, fanno gesti atletici unici, regalano spettacolo e non si fanno mai male. Molti colpi sono evidentemente fasulli, in altri invece sono molto bravi loro a renderli ultra realistici e straordinari per coordinazione e fantasia. Lo show è durato più di due ore e mezza, gli idoli della serata sono stati: John Cena, CM Punk e Santino, quest’ultimo ha conquistato anche la mia simpatia. Divertente il comportamento della platea con i cartelloni in mano come gli americani e i gesti di sostegno al loro beniamino di turno, affascinante lo spettacolo di suoni e luci. Il Wrestling credo che riassuma al 100% l’idea di spettacolo per gli americani: scenate clamorose, muscoli e fisico, emozioni continue ma soprattutto il concetto di finzione per il quale sono dei maestri. È stata una serata veramente bella, un’esperienza che ricorderò nella sua eccezionalità e che meritava di essere il post numero 600!.

600, wrestling, serate, palaeur

(Santino)

Come 23 anni fa

È stato un sabato pomeriggio drammatico, proprio come 23 anni fa. Doveva essere sport, calcio, alla fine la tv ha trasmesso dolore e morte, rabbia e disperazione, sempre come 23 anni fa. Assurdo talvolta il destino, pazzo e non prevedibile. Ieri, intorno l’ora di pranzo, Liverpool ed Everton, prima di sfidarsi nella semifinale di FA Cup hanno rispettato un minuto di silenzio in onore delle vittime di Hillsborough, hanno giocato ieri perché oggi a Liverpool è lutto cittadino, non si gioca. Non si può giocare, ci sono quasi cento persone da commemorare e così, la partita è stata disputata di sabato per permettere alla squadra e alla città di stringersi intorno al ricordo delle vittime di Sheffield. Oggi pomeriggio ad Anfield alle 15.06 si rimarrà in silenzio, nel momento esatto in cui venne sospesa quella maledetta partita. Come 23 anni fa, ancora una volta di sabato pomeriggio lo sport e il calcio hanno visto spezzarsi una vita, un remake micidiale che ti ipnotizza e ti fa riflettere. Se ne è andato così PierMario Morosini, mentre giocava, mentre faceva l’unica cosa bella che gli aveva riservato una vita crudele considerando i drammi familiari che fin da piccolo aveva dovuto sopportare. Nella mia mente si sono intrecciate le storie di Morosini e di Hillsborough per tanti motivi, mille coincidenze, strane concomitanze per un altro pomeriggio da dimenticare e basta, anche se sarà impossibile. Come ogni 15 aprile anche oggi il mio pensiero volerà in alto verso i 96 di Hillsborough e quest’anno, per la prima volta, con una consapevolezza in più, con uno spirito diverso. Questa vicenda tragica è diventata la mia tesi magistrale, il tema del mio lavoro conclusivo all’università. Su questo avvenimento ho trascorso mesi, giornate intere a leggere, capire e tradurre, sono entrato in questa storia e penso di conoscerla come pochi in Italia. Per questo, leggendo racconti e testimonianze strazianti, so cosa significhi oggi per Liverpool e per la sua gente questa giornata e questa commemorazione. Ho letto i ricordi dei coniugi Hicks che persero le loro due figlie nella Leppings Lane e le parole di Margaret Aspinall che trascorse un pomeriggio infernale: dalla speranza e dalle notizie tranquillizzanti sul figlio James fino al momento in cui si presentò alla fermata dei pullman la sera per riabbracciarlo, ma non lo poté fare poiché il ragazzo in realtà era morto da ore. Ho studiato tutto ciò, e per questo che oggi non sarà una domenica come le altre, il 15 aprile per me non è mai una data come tutte le altre, e da quest’anno ancor di più.

 

NEVER FORGOTTEN, JUSTICE FOR THE 96!

Hillsborough, tragedia, Liverpool

Centurioni

Chi si lamenta e addirittura piange miseria fregando tutti in pubblico fa moralmente schifo. Questo è il mio pensiero riguardo la diatriba fra i centurioni del Colosseo e vigili urbani che ieri mattina ha vissuto un’altra puntata. Un nuovo intervento del 118 contro i pittoreschi pseudo centurioni che popolano le strade adiacenti ai Fori ha scatenato un’ondata di risentimento da parte di questi personaggio abusivi e fastidiosi. Secondo l’ordinanza, i centurioni non devono più sostare in queste zone e non possono più svolgere il loro mestiere: farsi fotografare con i turisti stranieri ai quali portavano via dai 5 ai 10 euro per uno scatto sotto l’Anfiteatro Flavio insieme a loro. La reazione di questi ultimi è culminata con una contestazione veemente, un centurione è salito perfino sul Colosseo per attaccare uno striscione di protesta. Insulti, spintoni e minacce, l’incontro-scontro con gli uomini del 118 è stato condito anche da tutto ciò. A me onestamente non interessa molto la vicenda, penso solo che questi personaggi lavorano in nero da anni, non pagano nulla e si sono moltiplicati esageratamente. I vigili si appellano all’occupazione del suolo pubblico da parte dei centurioni, io dico soltanto che è gente che non può svolgere in questo modo questa mezza professione. Non è tollerabile. Sulle presunte pressioni di Della Valle non ho un’idea precisa, di certo loro lì sotto non dovrebbero esserci a prescindere da chi sta facendo la manutenzione del Colosseo. I centurioni reclamano una parità di giudizio: “Se andiamo via noi, lo stesso deve essere applicato anche per gli altri”. La mia risposta sarebbe “magari”. Per me, venditori ambulanti, centurioni, vagabondi, artisti di strada e tutta questa gente qua, non dovrebbe nemmeno costeggiare i Fori o i siti storici di una città che ogni anno accoglie milioni di turisti. Non accetto le dichiarazioni di un centurione che oggi affermava: “Ci lasciassero fare il nostro mestiere, abbiamo famiglie a carico e dobbiamo guadagnare dei soldini”. Ecco, caro il mio centurione con pennacchi e spada a portata di mano, i soldi guadagnateli come la gente normale, cercati un lavoro decente anziché conciarti quotidianamente come un pupazzo, Roma merita rispetto, chi ci guadagna sopra in maniera irregolare non ha diritto di reclamare. Spero pertanto che il pugno di ferro dell’amministrazione prosegua senza passi indietro, liberiamoci di questa gente, liberiamoci di questi parassiti che non danno nulla alla nostra città, l’obiettivo successivo sarà eliminare del tutto i maledettissimi posteggiatori abusivi, gentaglia che ricatta e guadagna in maniera indecorosa.

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La Pasqua

È stata una bella domenica di Pasqua quella di ieri, una giornata che mi ha sorpreso in qualche modo considerando che non ci avevo puntato moltissimo per svariate ragioni. Sono andato ad Ariccia con i miei genitori, un bel pranzo tipico di Pasqua con quel tocco in più che solo le fraschette sanno dare. Alle 14.30 eravamo già fuori dalla trattoria pronti per una passeggiata di “alleggerimento” che ci ha permesso di capire quanto la situazione fosse diversa dagli anni scorsi. Ieri ho percepito la famosa crisi, nel locale metà dei tavoli erano vuoti, per strada poco caos, nelle altre fraschette atmosfere molto tranquille e soprattutto tantissimi posti auto in giro per il paese. Questi elementi hanno confermato i dati sviscerati dai tg nei giorni prima delle vacanze pasquali, si era detto che sarebbero state in tono minore e così è stato. Tornando a casa, abbiamo imboccato l’Appia e mentre guardavo dal finestrino mi sono tornati in mente degli episodi legati ai posti che superavo rapidamente. Attraversando il Ponte di Ariccia mi è rivenuta in mente la foto scattata a Pasquetta 2009 mentre simulavo di buttarmi di sotto dal celebre ponte. Tornando verso casa ho visto il paninaro dove Francesca raccontava di aver fatto grandi mangiate con Ivan, poi ho costeggiato il PalaGhiaccio dove molto tempo fa andai una domenica sera con Antonio e La Bionda a pattinare, ed infine l’aeroporto di Ciampino che durante l’inverno mi ha accolto fin troppe volte. Rientrato a casa, mi sono collegato con Pechino, avevo un appuntamento telefonico con Gabriele che dopo un’oretta è stato interrotto dall’arrivo a sorpresa di alcuni miei parenti, la cugina di mia madre. È scattata così una sfida furiosa a biliardino in veranda con Antonio, 7-8 partite consecutive di grande intensità anche se alla fine la mia “esperienza” ha pesato molto. Dopo aver scritto un articolo ed aver riascoltato l’ultimo cd di Noel Gallagher High Flying Birds che è veramente strepitoso, e più lo ascolto e più me ne convinco, me ne sono andato a letto beatamente. Oggi niente gita fuori porta e nessun prato su cui sdraiarmi per questo lunedì di Pasquetta, fa molto freddo e tira vento, un clima pessimo per andare a correre, figuriamoci per un barbecue in mezzo ai prati di Tor Vergata.   

 

 

“Coloro che vincono, in qualunque modo vincono, mai non ne riportono vergogna”

(Niccolò Machiavelli)

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