In anteprima

Vacanze ad agosto con gli animali? In Italia non è così difficile. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dalla riviera romagnola all’Alto Adige, passando per gli agriturismi della Toscana sino a Roma, viaggiare con i nostri amici animali è possibile grazie a strutture pronte ad accogliere famiglie intere con tanto di cani o gatti al seguito. Abbiamo ipotizzato una settimana di vacanza in diverse località dal 13 al 20 agosto in strutture dalle 2 alle 5 stelle ed il resoconto è stato più che confortante. Analizzando i dati raccolti, emerge una differenza sostanziale tra i posti di mare e quelli di montagna. Questi ultimi, accettano animali su richiesta, riservandosi il diritto di un piccolo supplemento, Brunico o Courmayeur, la tendenza è questa. Diverso il discorso per chi ama il mare, Rimini ha ben 221 hotel pronti ad ospitare gli animali, quasi tutti gratuitamente. Anche nelle isole, come nella siciliana Taormina o a Santa Teresa di Gallura in Sardegna, cani e gatti sono ben accetti senza dover aggiungere alcun costo. In alcuni casi però, gli alberghi permettono il soggiorno agli animali solo dopo una richiesta con largo anticipo. Per chi preferisce una settimana di relax nelle campagne toscane è possibile andare con il proprio cane senza alcun difficoltà. A Siena ci sono 28 hotel che ammettono gli animali, a pochi kilometri dalla città invece, tra gli 8 agriturismi ancora liberi, sei accettano gli amici a 4 zampe senza extra. Anche Roma, metà preferita soprattutto per i turisti stranieri, con ben 563 alberghi, accoglie animali senza supplementi, e hotel di diversa fascia non aggiungono alcun costo. Con l’estate pronta ad entrare nel vivo, il popolo dei vacanzieri potrà stare tranquillo, qualunque destinazione scelta, si potrà avere al fianco il proprio animale.

Ho postato in anteprima il testo del servizio che ho scritto e registrato venerdì il quale andrà in onda domani in diretta dopo le 17. A qualche lettore, magari, queste indicazioni potrebbero anche servire.

Cinque settimane

Cinque settimane di stage sono sufficienti per tracciare un primo bilancio di questa avventura che sta entrando sempre più nel vivo, ed ogni giorno regala qualcosa. È trascorso un mese abbondante dal mio arrivo in redazione, mi sembra una vita fa, l’intensità di questo periodo è indiscutibile, un’esperienza che sta diventando significativa anche molto a livello personale.

Combattere quotidianamente con colleghi esauriti, vedere montatori che lanciano cassette addosso al muro imprecando o sentirli bestemmiare mentre al cellulare si lamentano con il capo redattore, è qualcosa di molto formativo.

Non è facile rapportarsi con persone più grandi, soprattutto in certi ambienti, è ancora più difficile quando sei l’ultima ruota del carro ed uno comunque di passaggio.

Ultimamente la redazione, o meglio, tutta la palazzina, si è trasformata in una polveriera, so alcuni motivi per cui è avvenuta tale trasformazione ma sono convinto che mi sfugga ancora qualcosa.

È stata una settimana nella quale per la prima volta (martedì) mi sono alzato la mattina senza la voglia di andare. È stata la settimana in cui ho iniziato a lavorare in regia sul serio con diverse responsabilità, la settimana in cui alle 18 di giovedì ci siamo riuniti per vedere la Nazionale. In tutto questo ho fatto il mio primo “Vox”, ossia le interviste ai passanti ai quali si chiede un parere rapido sulla stessa questione. L’oggetto delle mie domande era l’Imu ed ovviamente è uscito di tutto.

Come detto e ripetuto in diverse occasioni sto imparando cose nuove quotidianamente, altre invece le posso approfondire con maggior precisione. Il livello si sta alzando, mi sento come il personaggio di un videogame che passa piano piano ai quadri successivi ed in ogni situazione incontro mostri sempre più cattivi. L’avventura prosegue e le difficoltà saltano fuori come funghi ma finora posso ritenermi soddisfatto, ho fatto già parecchio e non ho commesso errori gravi, per cui sono sereno.

In questo festival di sentimenti e situazioni, di corse e traffico, sto iniziando a capire realmente e concretamente, che lavoro sia  quello del giornalista. Un apprendimento che non avrei potuto fare da nessuna altra parte al mondo in questo modo.

Quando sarà finita questa esperienza potrò dire che mi piacerebbe tanto fare questo mestiere ma con una certa cognizione di causa, e questo dettaglio fa tutta la differenza del mondo.

Sapere veramente ciò di cui si sta parlando è ancora una cosa che conta molto.

Hal

Il bello, ma anche il paradosso di internet, è che ti fa entrare in contatto con decine di persone che diventano tuoi amici di “rete” senza conoscerli. Succede soprattutto nei forum, in particolare in quelli monotematici: musica, politica, ma soprattutto di calcio. Enormi tavole rotonde in cui si commenta tutto, si scherza, si ironizza, ci si incazza quando la squadra perde ma ancor di più si stringono dei rapporti via monitor che a volte possono evolversi in amicizie. Da anni seguo quotidianamente il blog di Settore, una delle pagine più cliccate dai sostenitori nerazzurri, uno spazio in cui commenti e frecciate con tifosi avversari avvengono all’ordine del giorno. Non mancano mai però quei lettori fantastici, quelli che con due battute magari ti fanno passare l’arrabbiatura per una sconfitta, Hal era uno di questi. Stamattina la notizia della sua scomparsa mi ha lasciato di sasso, inebetito, triste. Un post di Settore da Danzica ha raccontato questo dramma, un risveglio nero, un lunedì buio. Hal io lo conoscevo non solo come internauta, ma anche come interista vero, di persona. Due anni fa a Montecarlo in occasione della finale di Supercoppa riconobbi e salutai Settore, al suo fianco un omone con i capelli rossi e la barba, un vichingo con una bandiera a scacchi nerazzurra legata intorno al torace, come un antico romano: era Hal. Due battute, una rapida conversazione ed un in bocca al lupo per la sfida con la speranza di incrociarci nuovamente a fine gare per festeggiare insieme. Quella sera finalmente riuscii a dare un volto a due personaggi tanto conosciuti quanto lontani nella mia immaginazione. Hal se ne è andato ieri, ed oggi avverto quella tristezza e quel dispiacere di quando muore qualcuno che conoscevi, come quelle persone che non vedi per anni ma che ricordi sempre con affetto anche se li ha visti solo una sera, per due ore, ad una festa. Mancherà la sua firma su quel blog, il suo sarcasmo, il suo essere interista. Ci ha lasciati così, una domenica d’estate nel bel mezzo di un Europeo. Continuerà a seguire il blog del suo amico, e a seguire l’Inter in quel modo singolare che lo contraddistingueva, quando vinceremo quella coppa sfuggita a Montecarlo nel 2010 il mio primo pensiero, sarà per lui.

 

http://settore.myblog.it/archive/2010/08/28/inter-atletico-madrid-0-2.html

(In questo post di Settore ci siamo tutti e tre: io, lui ed Hal)

Coming Back

Mercoledì mattina sono passato all’università, una visita di piacere che mi ha portato in aula t29 durante un esame di Letteratura Italiana. Mentre ero al primo banco a sentir parlare il professore, vedevo volti giovanissimi e nuovissimi entrare e mi sono soffermato su un fatto: “Mi mancano questi momenti?”. La prima risposta è stata no, poco dopo però approfondendo il ragionamento ho smussato la mia prima idea che si può tradurre con un: “Non sento la mancanza, però c’è qualcosa che sotto sotto ancora mi attira”. Non è passato pochissimo dall’ultimo esame, è trascorso quasi un anno, quindi il ricordo comincia ad essere leggermente sbiadito ma non così distante. A fine mattinata, dopo aver visto volti sconosciuti di ragazzi del 91-92 riflettevo sull’aspetto anagrafico, quando ero io una matricola eravamo nel 2006 e di tempo, ne è veramente passato. Ho riannusato certi momenti, ho rivisto nell’aria lo stress d’esame mischiato al caldo, quella frenesia e quei timori, quelle situazioni che amavo ma che non riesco oggi a rimpiangere troppo. In questi mesi, dalla mia laurea in poi, il momento tristezza/malinconia è stato veramente ridotto, credo che l’ultimo anno e mezzo in facoltà sia stato talmente sottotono rispetto ai primi 3-4 anni che abbia facilitato il mio distacco. Se me ne fossi dovuto andare dopo la triennale sarei morto, a febbraio 2012 è stato tutto diverso. Ho vissuto il meglio, ho preso in pieno gli anni migliori, le “serie” più belle. Oggi ci sarebbe ben poco per cui fomentarsi, non ho nostalgia dell’università, rimpiango semmai quei periodi in cui c’era un clima diverso, un ambiente straordinario, quando ogni giorno era un’avventura. Tornerei al 2008, mi piacerebbe rivivere quei momenti lì, sino al 2010. Il resto non troppo. Come dissi tempo fa, me ne sono andato nel momento migliore mentre la parabola iniziava ad essere piuttosto discendente, oggi avrei pochi stimoli dentro la mia facoltà. Non c’è più il contorno, non c’è più divertimento e quindi manca l’aspetto cardine dei primi tempi. Vedevo questi ragazzi mercoledì e dentro di me gli auguravo di rivivere ciò che ho amato io, un giorno forse, inizierò a rimpiangere anche gli ultimi mesi a Tor Vergata, ma per adesso non ci riesco ancora, anche se forse, il brivido di preparare un esame e l’atmosfera di una sessione un po’ mi manca…  

 

Frase del giorno

Paola: “Matteo è un filosofo ottimista”.

Se dentro una redazione ti definiscono così, mi sa che è un complimento…