Chiudete le valigie, si va a Lugano!

 

Il mio rapporto con Lugano inizia nel settembre del 1995. L’Inter infatti pesca al primo turno di Coppa Uefa la compagine svizzera e dopo il match di ritorno crolla ed esce clamorosamente. In questo dramma sportivo rimasi però rapito da un fatto: questa squadra, questa gente straniera parlava perfettamente italiano, come me, come noi. Questo antico aneddoto mi è rimasto in mente e mi è sempre piaciuta l’idea che in un altro paese qualcuno parlasse la nostra stessa lingua.

Negli anni ho conosciuto diverse persone del Canton Ticino, molti li ho incontrati in Irlanda e sono le persone con cui, forse non casualmente, ho sviluppato immediatamente dei rapporti.

Mentre l’estate più insipida degli ultimi 200 anni stava per scivolare tristemente verso un epilogo particolarmente impalpabile, ecco il brivido, la scintilla che diventa fiamma e cambia tutto in un attimo.

Dopo aver ripristinato il già citato ponte radio Roma-Lugano, sono bastate due mail ed una chat per organizzare questo incontro-viaggio post Dublino.

“Scendo io o sali tu?”, “Vabbè ma tu a Roma sei venuta 3 volte, io in Svizzera mai, per cui vengo io, mi pare più sensato”.

Questo insomma il contenuto, la sintesi delle comunicazioni fra me e la Confederazione Elvetica.

Dal momento in cui non riuscimmo a salutarci a Dublino, ecco un’occasione per salutarci rincontrandoci, una cosa originale, un’idea sviluppata e portata a termine con una rapidità che a memoria non ricordo.

Credo che questo sia il risultato di quando metti due teste insieme di un certo tipo, due persone pronte a fomentarsi senza troppi fronzoli, il mix perfetto fra l’Azzurro purosangue ed una Rossocrociata di confine.

Il biglietto per il treno l’ho comprato un paio di ore fa, più tardi farò la valigia: andrò in treno, fino a Milano con Italo (per la prima volta), poi prenderò il regionale per Como e lì Giorgia verrà a prendermi per inoltrarci in macchina nella Svizzera italiana.

A me, questa nazione confinante mi ha sempre affascinato, per un sacco di motivi, inconsciamente so che pagherei pur di vivere lì e non è un caso se le mie ricerche di lavoro sono state orientate anche verso questo pezzo d’Europa.

E così, mentre le gente ritorna dal mare, da Ibiza, Formentera, Sicilia, Sardegna e mete tipicamente estive con un’acqua cristallina a far da sfondo, io vado a Lugano e la cosa ha per me un non so che di poetico, di certo rientra assolutamente nel personaggio, e allora…

 

 

CHIUDETE LE VALIGIE, SI VA A LUGANO!

(ci risentiamo presto, non so come e quando, ma ci risentiamo)

 

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Update. Mi sono dimenticato di scrivere la riflessione più profonda del post: un giorno rimpiangerò di non avere più questa libertà e disponibilità, quella di prendere e decidere di partire dall’oggi al domani, di prendere una borsa, buttarci dentro due stracci a caso e andare. Quanto so’ ggiovine…e avventuriero.