26.25 (A Catto, ma che ne sai tu…)

Ti ricordi quella strada, eravamo io e te,

e la gente che correva, e gridava insieme a noi.

Certo che sognarsi di essere su una sedia a rotelle indossando delle discutibili Clarks azzurre non è il modo migliore per avvicinarsi a una maratona, soprattutto se la cosa ti inquieta e ti fa svegliare alle 2,43 e non prendi più sonno perché ti domandi il motivo per cui nella frase “A casa” c’è il raddoppiamento fono-sintattico e in “La casa” no.

Vabbè, alzarsi alle 6,45 di una domenica mattina con la pioggia fuori e sapere di dover andare a correre è un segno evidente di forti disturbi o di una palese pazzia, quella sensazione che ti fa dire “Ma chi me lo fa fare?”. E invece no, prima delle 8 raccatti il tuo amico Gallo alla metro e ti avvii verso Via Cavour insieme a tanti altri invasati. Piove, tira vento, troppa gente, a un punto diluvia e ti metti sotto un tendone del ristorante “da Massenzio” che ti protegge da una doccia universale. Si parla, si sdrammatizza, si invoca a gran voce il sole e alle 9 bum! Inizia la maratona, quella seria, quella di 42 km. Poco dopo ti incammini, schiacciato fra un popolo di corridori, amatori e perditempo. Mezz’ora di ritardo e poi si parte, il Sindaco dà il via anche alla stracittadina e a questi 5 km in allegria mentre il meteo concede in tempo una pausa, quasi miracolosa.

Si comincia, in realtà si cammina, almeno per il primo kilometro chiuso in 6.36, un tempo ridicolo, imbottigliati nel gruppone con persone che pensano a foto e a salutare alcune telecamere. Il Gallo sbuffa e bestemmia, io gli do ragione, nel frattempo si perde il cane per strada, all’altezza del Teatro Marcello continuiamo a lamentarci, a dribblare gente, a fare lo slalom costantemente per evitare quelli che l’hanno presa un po’ alla leggera e ci ostacolano prima di infastidirci qualche metro più avanti.

David allunga un po’, gli sto dietro, usciamo dal serpentone umano, ci buttiamo sul marciapiede, i sanpietrini intanto brillano di acqua e il rischio di andare lunghi è concreto, un pericolo in più. Costeggiamo il Circo Massimo, prendiamo il largo, c’è più spazio dopo il secondo km e andiamo anche se ogni tanto dobbiamo frenarci, ripartire e schivare personaggi inopportuni. Su Viale Aventino riesco anche a pensare all’ultima volta che ero passato lì, in compagnia, a fare il turista a settembre: caldo, afa, pantaloni corti.

Prima di rigirare per involarci verso il Circo Massimo, il mio compare aumenta il suo vantaggio, io accorcio, mando affanculo uno che fa una manovra folle e rischio di tamponarlo pericolosamente, supero tre ragazze in gran forma e confido a David che spero di rivederle il 31 maggio ai 5 km della Single Run. Gli ucraini imbandierati strillano invocando la libertà per il loro paese, io supero diverse persone e mi imbatto nella salita finale su Via del Circo Massimo. Accuso la pendenza, il cronometro mi dice che non manca tanto, il tempo è buono, scollino e mi lascio andare nell’ultima discesa, vedo il traguardo, accelero, guadagno qualche secondo e taglio il finish con un buon 26.25 (buono visto le 7 corse in tre settimane), mentre David mi ha preceduto con un minuto di vantaggio e mi attende. Cinque alto, punto ristoro per l’acqua, un po’ di stretching e subito due battute sul caos, troppe persone, troppi ostacoli, bello correre per Roma ma scomodo farlo con miliardi di cristiani tra le scatole.

Giretto per gli stand e poi via verso la metro di Circo Massimo: è andata, la pioggia ci ha graziati, forse ci ammaleremo uguale o forse no, chissà, alle 11,00 ci salutiamo e ognuno si imbarca verso casa, la prossima tappa è la corsa sull’Appia il 13 aprile, poi la Single Run sabato 31 maggio, il nome di quest’ultima dice tutto, ma come ha chiosato il Catto “Ormai c’è rimasto solo da correre…”

 

P.S. Ho contattato La Bionda appena tornato a casa per farmi spiegare il discorso notturno sul raddoppiamento fono-sintattico, la riposta è che tutto dipende dal monosillabo A che è cogeminante, a differenza dell’articolo LA. Quante ne sa.

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26.25 (A Catto, ma che ne sai tu…)ultima modifica: 2014-03-23T20:16:16+01:00da matteociofi
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