Pupi

Ci sono uomini destinati a diventare leggende, persone comuni alle quali il destino ha affidato una missione ed un posto sicuro nella storia: Javier Zanetti appartiene a questa ristretta categoria. Oggi, martedì 10 agosto, il nostro Capitano compie 37 anni, un compleanno festeggiato con un altro rinnovo contrattuale con la sua società, la squadra con cui ha condiviso questi ultimi 15 anni di vita. Se pensi ad un capitano, ti viene in mente Javier: forte, leale, puntuale, fiero, mai una parola fuori posto e mai una polemica, un esempio per tutti da sempre. È la logica conseguenza di chi può annoverare nella propria squadra capitani come Facchetti e Bergomi, lui è il discendente perfetto dei suoi illustri predecessori. Trentasette anni e non sentirli ti verrebbe da dire, soprattutto se pensi che nell’ultimo anno ha stabilito l’ennesimo record, 137 gare consecutive in Serie A, una striscia interrotta da una squalifica per somma di ammonizioni, ma lui sembra essere veramente bionico ed inossidabile. Presenze e contributo, passano gli anni e lui migliora, il tempo scorre ma non intacca il suo prezioso lavoro sempre utile alla squadra, in ogni zona di campo, in ogni situazione. Quella fascia sul braccio sinistro sempre dipinta, non lo riesci ad immaginare senza quel nastro giallo sulla manica, è il Capitano, è il simbolo di un calcio che forse non c’è più. Ha passato stagioni terrificanti, delusioni cocenti ed amarezze che sembravano interminabili, ma non si è mai scomposto, così come quel suo ciuffo, noi si è tirato indietro nemmeno una volta. Il tempo gli ha dato ragione, lo ha ripagato per la sua tenacia e la voglia di crederci, e gli ultimi anni gli hanno concesso trionfi continui, fino all’apoteosi di Madrid. Quando rivedo le sue lacrime dopo Parma, Siena e Madrid mi emoziono, ricordo quelle maledette versate in mezzo al campo dopo l’eliminazione nell’euroderby del 2003, penso e sono felice per lui, che in fondo, ha sofferto proprio come un tifoso comune, come me, e dopo ha finalmente sorriso con le vittorie. Laurearsi campione d’Europa il giorno in cui tocchi le 700 presenze sembra uno scherzo del destino, una magica coincidenza che ha reso ancor più leggendaria una notte unica, ma lui, Pupi da Buenos Aires, se l’è meritata più di chiunque altro quella serata. Altri tre anni di contratto, altri tre anni di Inter, una storia destinata a concludersi all’alba dei 40 anni, un rapporto che proseguirà in seguito all’interno del club, ma solo dopo aver superato Bergomi per diventare ancor più l’uomo dei record, l’Highlander nerazzurro, il Capitano dei Capitani.

pupi 2.jpg

Auguri Pupi e grazie di tutto.