“Giornalista terrorista”: nella casa del Grande Fratello

Avvertenze: il post che andrete a leggere potrebbe urtare la sensibilità di quei bacchettoni, moralisti, perbenisti e stolti che giudicano senza sapere e valutano le persone in base a ciò che vedono in tv. Se appartenete a queste categorie, il seguente contenuto non fa per voi.

 

Ieri sono andato a visitare la Casa del Grande Fratello. Per essere più preciso, nel pomeriggio di martedì ho ottenuto l’accredito per recarmi a Cinecittà, visitare l’abitazione più spiata d’Italia e scrivere successivamente il pezzo a tal riguardo. L’ufficio stampa (di Cinecittà, ci tengono a sottolinearlo e poi capirete perché) è stato cortese e disponibile, e così ho unito la curiosità al mestiere e sono andato risparmiando pure i 12 euro del biglietto, soldi che onestamente non avrei mai tirato fuori per una tour del genere.

Ho seguito il GF fin dalla sua prima storica edizione di tariconiana memoria e negli anni ho continuato a vederlo. Mi è sempre piaciuto il suo essere un esperimento sociologico (per quanto possiate essere dei detrattori, lo è) e sono sempre stato interessato alle dinamiche e ai rapporti che si creano in questo gioco. Non è tv trash, forse lo può essere, ma c’è di peggio. Non mi piace chi condanna a priori perché il Grande Fratello rimane l’unico vero reality, perché le telecamere ti inseguono e non si spengono mai, recitare non è possibile, nemmeno Johnny Depp potrebbe recitare 100 giorni di fila, io sostengo che questo programma sia molto più interessante di quanto possa sembrare. Sono opinioni, certo, rispetto altri punti di vista, tollero meno chi spara contro a prescindere. Bene, fatto questo doveroso preambolo, torniamo a ieri quando dopo aver parcheggiato la mia macchina e ritirato l’accredito giungo di fronte alla famigerata porta rossa. Mi imbatto in due della Security ai quali chiedo se c’era una specie di guida o qualcuno a cui chiedere delle informazioni essendo lì in qualità di giornalista per scrivere un articolo. Uno dei due mi dice che non c’era nessuno, eccetto Greta, ex inquilina della casa con la quale si poteva parlare tranquillamente e fare anche delle domande. Intercetto la ragazza, tanto bella quanto disponibile (e vi garantisco che è stato molto gentile…) e le chiedo l’assenso per un paio di domande da fare poco dopo. Greta mi dà il suo ok, entro in casa e mi immergo in questo luogo particolarmente bello dal punto di vista dell’arredamento, spazioso e colorato. Fa uno strano effetto entrare in un posto visto tante volte in tv anche se ho avuto la sensazione che il tutto fosse più piccolo di quanto uno possa immaginare, ma si sa, la televisione ingrassa e allarga.

Mi godo il giretto con tanto di puntata nel confessionale, luogo cult della trasmissione, fin quando mi avvicino nuovamente e Greta. Anticipandole le mie intenzioni per nulla bellicose, e chiarendo di non voler essere il “Barbara D’Urso” della situazione, le chiedo le prime cose mentre intorno a noi, tutti i visitatori, si bloccano per guardarci ed ascoltare l’intervista che appunto sul mio taccuino. All’improvviso mi si avvicina uno della Security, non uno di quelli in cui mi ero imbattuto all’inizio, e mi chiede se ero un giornalista, rispondo di sì, gli spiego che ho l’accredito, lui fa un cenno e sbuca da un angolo (e quindi dalle sue spalle) una signora. Quest’ultima mi ferma, blocca l’intervista e chiede i miei estremi, le dico dell’accredito e le mi risponde che io non avevo contattato loro e quindi non potevo chiedere nulla a Greta. E’ una della produzione Endemol, coloro che gestiscono ancora i protagonisti del GF, mi dice che loro devono controllare tutto, ogni tipo di dichiarazione rilasciata alla stampa e affinché i “gieffini” possano parlare mi dice che è necessario il loro assenso previo contatto con l’ufficio stampa Endemol.

Finita la piazzata, evidentemente fuori luogo e del tutto evitabile, ci spostiamo in cucina in cui prosegue la discussione, anche perché iniziano a girarmi i coglioni, soprattutto per i modi, e spiego la mia posizione dicendo di aver chiesto il permesso tanto a uno della Security, quanto alla protagonista stessa che avrebbe allora potuto dirmi: “Ok, mi dispiace ma con voi della stampa non posso parlare”. Mostrando la mia innocenza e il non voler prevaricare niente e nessuno, le lascio anche il foglio con i tre appunti dell’intervista appena iniziata, come se non fossi in grado di ricordare a mente quanto ascoltato e scriverlo in seguito. Lei mi consegna il contatto di Endemol per organizzare eventualmente l’intervista, io rimango infastidito e basito da queste esagerate misure restrittive e dopo aver salutato affettuosamente la gentilissima Greta alla quale spiego tutto ,me ne vado. Prima però, nei pressi della porta rossa, incrocio quello della Security che mi aveva chiesto se ero un giornalista e che aveva chiamato anche quella della produzione. Lo fermo e gli chiedo che per quanto lui debba fare il suo lavoro, io mi ero spinto nel fare due domande alla ragazza perché uno dei suoi dipendenti mi aveva dato l’ok. Infastidito comunque della sua “imboscata” lo saluto, ricordandogli che sarebbe opportuno talvolta avere un pizzico di buon senso e flessibilità, aspetti che ho invocato anche con la intransigente signora poco prima.

Questo è quanto avvenuto ieri. Le considerazioni che si possono fare sono molte, in primis che il giornalista viene visto sempre più come elemento di fastidio, uno da tenere a bada, questo però è il risultato ovvio di quando ci sono molti che campano con scoop, con frasi estorte, illazioni, provocazioni, parole strumentalizzate, persone che non sanno minimamente cosa sia l’etica. Internet ha permesso a tutti di issarsi a giornalisti e questo ha generato pennivendoli, giornalai, incompetenti che dopo aver scritto mezza cosa si elevano a maestri dell’informazione. Ecco, così non ci siamo, per cui il generalizzare questa professione ha creato un’attenzione e una diffidenza verso la stampa infinita. Se avessi parlato con Greta senza taccuino e presentandomi solo a lei privatamente avrei fatto la mia intervista, così come possono dire di aver fatto i tanti visitatori con cui l’ex inquilina ha parlato liberamente. Mi pare tutto platealmente esagerato, vincoli, scrupoli e quel senso di voler far polemica sempre e in maniera inutile, ma succede anche questo, una scenata evitabile che ha rafforzato l’equazione “giornalista terrorista” che va molto di moda…

“Giornalista terrorista”: nella casa del Grande Fratelloultima modifica: 2014-06-05T17:29:37+02:00da matteociofi
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