Una domenica a Rainbow MagicLand

La gita a Rainbow MagicLand, il parco divertimenti di Valmontone, è stata finalmente vissuta e archiviata in maniera felice nel nostro album dei brividi, riempiendo per l’esattezza pagina 724, volume II.

Dopo due rinvii, stavolta, abbiamo rischiato il terzo ma La Bionda pur non in perfette condizioni non ha desistito e si è schierata alla grande. Giunti al parcheggio di Rainbow siamo stati affiancati e superati da un Gallo in grande spolvero e alla guida di una Panda bianca e non gialla, il primo colpo di scena risolto dalle parole del nostro amico che ha svelato subito l’equivoco. Dieci minuti più tardi eravamo dentro, con David vestito fin troppo elegante per la location mentre lentamente venivamo circondati da tutta la Campania che in questa prima vera domenica d’estate ha invaso evidentemente la località alle porte di Roma.

Partenza con lo Yucatan e prima doccia, Olandese Volante e Mystika, primi brividi con un Catto su di giri e particolarmente intento a mescolare animali da cortile con la Santissima Trinità per un delirio di risate. Cagliostro al buio con la Bionda che ha accusato un infortunio al fianco, e poi la decisione di sfidare l’attrazione clou di Valmontone: lo Shock, la montagna russa per antonomasia, lunga e ricca di capovolgimenti a una velocità notevole. Stordito e con un lieve dolore al collo per gli spostamenti repentini, ho proseguito con i tre burloni sulle altre giostre tra cui il sottovalutato Bombo (fatto per ben tre volte) e la boiata Demonia, una casa degli orrori in cui Antonio è caduto dopo aver fronteggiato La Morte in persona. Ilarità alle stelle, primi petti nudi tra cui il sottoscritto e Il Drastico in attesa di una sosta per un rapido e leggero pranzo. Il pomeriggio è proseguito con una nuovo tornata in cui ci siamo cimentati sullo Yucatan, Le Rapide dalle quali siamo usciti in condizioni pietose con acqua anche dentro la scarpe e ancora l’Olandese Volante. Prima di andarcene abbiamo voluto riprovare l’ebbrezza dello Shock, una pessima granita servita su un tubo discutibile (l’Happy Puppy), un paio di immancabili selfie e altre decine di puttanate sparate qua e là mentre io facevo ripetutamente sosta al bagno per bere come un cammello.

Alle 17,50 salutavamo il Velocipede di Fiuggi, anche oggi migliore in campo, lamentandoci del fatto che alla fine Alfredo avesse preferito rimanere a Frascati lasciandoci da soli in maniera poco educata. Grazie al Maxibon abbiamo pagato la metà, un prezzo accettabile (17,50 Euro), e abbiamo vissuto 8 ore ad alto tasso adrenalinico, togliendoci finalmente la soddisfazione di battezzare tutti insieme Rainbow MagicLand.

Dopo un 2013 povero di condivisioni per tante ragioni, bene o male, abbiamo riaperto il nostro libro dei brividi e fra Napoli, maratone, mangiate a Paliano e parco divertimenti, stiamo ricominciando a regalarci qualcosa di entusiasmante.

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Una domenica a Rainbow MagicLandultima modifica: 2014-06-09T14:40:01+02:00da matteociofi
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